Marzo all'aperto. Sul piovoso cielo
viaggiano le nuvole raminghe,
come greggi vastissime, che il vento
spinge, solerte pastore, da presso.
Ridesto il merlo nella quercia canta.
Lo zèfiro discioglie l'acre inverno
ad annunziar le rifiorenti rose.
L'azzurro è azzurro come la corolla
del lino. Sulle rame i primi petali
aleggiano quasi fremide farfalle.
S'apre la terra ai teneri garzuoli.
Tutto rinasce al mondo e par che il cielo
vagheggi insieme l'Angelo e Maria.
Sembra che tutte albeggino le cose.
Un serto le inghirlanda, ed un respiro
nuovo le esorta al gaudio della vita.
Come l'armento sviato dal chiuso
nei campi, a brucar l'erbe ora nate
sbranca pei fossi, finché poi meriggia
inerte al sole, o va di valle in valle;
così l'animo umano, con vibranti
ritmi s'accorda nel primaverile
concerto che dal sonno la destò.
Poi si libra nel cielo e vola, allodola
canora, oltre le nuvole e le stelle.
viaggiano le nuvole raminghe,
come greggi vastissime, che il vento
spinge, solerte pastore, da presso.
Ridesto il merlo nella quercia canta.
Lo zèfiro discioglie l'acre inverno
ad annunziar le rifiorenti rose.
L'azzurro è azzurro come la corolla
del lino. Sulle rame i primi petali
aleggiano quasi fremide farfalle.
S'apre la terra ai teneri garzuoli.
Tutto rinasce al mondo e par che il cielo
vagheggi insieme l'Angelo e Maria.
Sembra che tutte albeggino le cose.
Un serto le inghirlanda, ed un respiro
nuovo le esorta al gaudio della vita.
Come l'armento sviato dal chiuso
nei campi, a brucar l'erbe ora nate
sbranca pei fossi, finché poi meriggia
inerte al sole, o va di valle in valle;
così l'animo umano, con vibranti
ritmi s'accorda nel primaverile
concerto che dal sonno la destò.
Poi si libra nel cielo e vola, allodola
canora, oltre le nuvole e le stelle.
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i testi sono stati raccolti da Francesco Sapori
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