(Vicenza, 25 marzo 1842 – Vicenza, 7 marzo 1911)
è stato uno scrittore e poeta italiano.
Fu nominato senatore del Regno d'Italia nel 1896. Dal 1901 al 1911 fu più volte tra i candidati al Premio Nobel per la letteratura,
che tuttavia non vinse. Fogazzaro nasce n'ell'ambiente famigliare
agiato e patriottico - la famiglia è impegnata nella lotta
antiaustriaca - riceve un'educazione di stretta osservanza cattolica.
Sulla sua formazione influisce profondamente Giacomo Zanella, suo
insegnante al Liceo di Vicenza; questi non solo stimola in Fogazzaro la
vocazione alla letteratura ma gli trasmette anche l'interesse per il
problema del rapporto tra fede religiosa e progresso scientifico, tema
che diventerà centrale nella ideologia del futuro scrittore e poeta.
Dopo un periodo trascorso tra Padova e Torino, dove Fogazzaro consegue
la laurea in Legge nel 1864, pratica per un breve periodo la
professione di avvocato, prima a Torino, poi a Milano. Sposò nel 1866 la
contessa Margherita di Valmarana e successivamente si trasferisce a
Milano dove la propria vocazione letteraria e la decisione di cambiare
percorso professionale, trovano una decisiva maturazione. Torna a
Vicenza dopo tre anni e si dedica completamente all'attività
letteraria. L'esordio letterario avviene nel 1874 con il poemetto
"Miranda"; del 1876 è la raccolta di liriche "Valsolda": queste
anticipano vari temi della sua produzione successiva. Il primo romanzo,
"Malombra", viene pubblicato nel 1881; poi è la volta di "Daniele
Cortis" (1885), "Il mistero del poeta" (1888), "Piccolo mondo antico"
(1895). Fogazzaro intanto allarga i suoi interessi culturali,
affrontando i temi della filosofia positivista e dell'evoluzionismo darwiniano. E' dopo il grande successo di "Piccolo mondo antico"
che si intensifica la sua produzione letteraria. Escono "Poesie
scelte" (1897), "Sonatine bizzarre" (1899), "Minime" (1901). Il 1901 è
l'anno del suo primo lavoro teatrale dal titolo "El garofolo rosso",
che confluirà - insieme ad altri due bozzetti teatrali - nel volume
"Scene" (1903). Autore oramai affermato Antonio Fogazzaro diviene
sempre più personaggio impegnato nella vita pubblica; il suo nome si
impone anche in ambito internazionale, non solo grazie al successo dei
suoi romanzi, ma anche e soprattutto all'eco delle sue conferenze di
carattere ideologico-religioso. Nel 1898 tiene a Parigi un'importante
conferenza su "Le grand poète de l'avenir", cui seguono i discorsi "La
douleur dans l'art" (1899) e "Les idées réligieuses de Giovanni Selva"
(1907). Il prestigio nazionale e internazionale cresce tanto che nel
1896 è nominato senatore. Nel frattempo si intensificano i suoi
rapporti con il movimento modernista, un movimento cattolico
riformatore che ha l'obiettivo di avvicinare la religione alla cultura
moderna. Attraverso i suoi romanzi "Piccolo mondo moderno" (1901) e
soprattutto "Il Santo" (1905), Fogazzaro intraprende una battaglia
ambiziosa, quella di rinnovare il cattolicesimo. "Il Santo" però viene
posto all'Indice: Fogazzaro viene infatti sospettato di sostenere le
tesi del modernismo, movimento che intanto papa Pio X
aveva messo al bando dall'ortodossia. Da buon cattolico quale è, lo
scrittore fa atto di sottomissione, senza rinunciare però alle proprie
convinzioni: così il suo ultimo romanzo, "Leila" (1910), che sebbene
avesse l'obiettivo di ritrattare la propria posizione, viene comunque
condannato dal Sant'Uffizio. Prima ancora di venire a conoscenza di
quest'ultima condanna, Antonio Fogazzaro muore all'Ospedale di Vicenza,
durante un'operazione chirurgica.
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