mercoledì 25 marzo 2020

Tina Anselmi



(Castelfranco Veneto, 25 marzo 1927/ 1º novembre 2016[)
E' stata una partigiana italiana e la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana.
Era una ragazza di 17 anni quando vide un gruppo di giovani partigiani impiccati dai fascisti: decise così di prender parte attivamente alla Resistenza e di diventare staffetta della brigata Cesare Battisti, al comando di Gino Sartor. Nel 1944 s'iscrive alla Democrazia Cristiana. Laureatasi in lettere all'Università Cattolica di Milano, divenne insegnante nella scuola elementare. Dal 1945 al 1948 Tina Anselmi è dirigente del sindacato dei tessili, e dal 1948 al 1955 del sindacato delle maestre. Dal 1958 al 1964 è incaricata nazionale dei giovani nella DC. Nel 1963 è eletta membro del comitato direttivo dell'Unione europea femminile, di cui diventa vice-presidente nello stesso anno. Nel 1959 entra nel consiglio nazionale dello Scudo Crociato, ed è deputata dal 1968 al 1992, eletta sempre nella circoscrizione Venezia-Treviso: nel corso del suo lungo mandato parlamentare ha fatto parte delle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali. Si occupa molto dei problemi della famiglia e della donna: si deve a lei la legge sulle pari opportunità. Per tre volte sottosegretaria al ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, dal 29 luglio 1976 occupò il dicastero del Lavoro nel governo Andreotti III: ciò fu un fatto storico, perché l'Anselmi diventò la prima donna ministro in Italia. Dopo quest'esperienza è stata anche ministro della Sanità nei governi Andreotti IV e V. È fra i principali autori della riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Nel 1981 è nominata presidente della Commissione d'inchiesta sulla loggia massonica P2, che termina i lavori nel 1985. Nel 2004 ha promosso la pubblicazione di un libro intitolato Tra città di Dio e città dell'uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta, di cui ha scritto l'introduzione. È stata più volte presa in considerazione da politici e società civile per la carica di Presidente della Repubblica: nel 1992 fu il settimanale Cuore a sostenerne la candidatura e il gruppo parlamentare La Rete a votarla, mentre nel 2006 un gruppo di blogger l'ha sostenuta attraverso un tam-tam mediatico che prende le mosse dal blog "Tina Anselmi al Quirinale". Morì nella sua abitazione: dal 2001 era affetta dalla malattia di Parkinson e negli ultimi anni un ictus aveva contribuito ad aggravare il suo stato di salute. La salma fu sepolta nella tomba di famiglia nel cimitero cittadino.

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