nome d'arte di Maria De Angelis
celebre per essere stata l'inventrice della "mossa"
Trasteverina, dopo un'infanzia povera, debuttò (1901) nell'operetta, quindi passò al teatro di varietà. Ispirò a Guido da Verona una celebre romanza; apprese in Spagna la rumba e la introdusse in Italia nel 1913. Divenuta famosa, su di lei un maligno anonimo scrisse la seguente pasquinata: Maria Campi è quella cosa / che innamora il giovinetto. / Se ci vai una volta a letto / figlio mio non campi più. Cantò fino al 1930, e cioè fino a cinquantatré anni d'età, poi si ritirò a vita privata. Fu una grande divetta, appassionata della sua arte. Nei primi anni del Novecento,
quando la Campi era già celebre, cantò al teatro Amor, allora esistente
in piazza Apollonia, frequentato dal fior fiore della marmaglia di Trastevere. Poi, sempre più affermatasi nella sua arte, accettò più importanti scritture alla Sala Umberto rifiutandosi di tornare al teatro Amor, di bassa levatura. I trasteverini organizzarono una spedizione punitiva alla Sala Umberto
dove, all'apparire della Campi sulla scena, l'accolsero a fischi, urla e
pomodori ben maturi. Allontanati dai questurini i disturbatori si
dileguarono e Maria Campi decise di tornare ancora al teatro Amor dove
venne accolta ed acclamata in una memorabile serata in cui si presentò
in calzamaglia rosa, a quell'epoca il massimo dell'audacia esibizionistica per una canzonettista. Nel secondo dopoguerra, quando si era già posta a riposo, accettò una particina offertale da Vittorio de Sica nel film Sciuscià.
La leggenda invece racconta che al suo ottantesimo compleanno gli venne
chiesta "la mossa" e Maria non se lo fece ripetere due volte. Morì povera in un ospedale di Roma.
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