lunedì 27 gennaio 2020

Il grillo



Son piccin, cornuto e bruno;
me ne sto fra l'erbe e i fior:
sotto un giunco o sotto un pruno
la mia casa è da signor.

Non è d'oro e non d'argento,
ma ritonda e fonda ell'è:
terra è il tetto e il pavimento,
e vi albergo come un re.

Se il fanciul col suo fuscello
fuor mi trae dal mio manier,
in un piccolo castello
io divento il suo piacer.

Canto all'alba e canto a sera
in quell'atrio o al mio covil;
monachello in veste nera
rodo l'erbe e canto april.

So che il cantico d'un grillo
è una gocciola nel mar;
ma son mesto, s'io non trillo:
deh! lasciatemi cantar.

So che, al par dell'altra gente,
se il destin morir mi fa,
un fratello od un parente
sepoltura a me non dà.

 Pur, negletta e fredda spoglia,
se nel prato io morirò,
là sull'orlo alla mia soglia.
anche morto un re sarò.

Il re bruno, il re piccino,
fiori ed erbe avrà per vel,
ed avrà per baldacchino.
sulla testa il roseo ciel.

Giovanni Prati

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