(La Serra, 26 gennaio 1931 – 19 febbraio 2007)
è stato uno scrittore e poeta italiano.
Ebbe frequentazioni letterarie con artisti quali Vittorio Sereni, Mario Soldati, Attilio Bertolucci, Charles Tomlinson e fece parte della giuria in prestigiosi premi letterari, come il Premio LericiPea. I comuni spezzini di Castelnuovo Magra - nel 2002[1] - e di Lerici - nell'ottobre del 2006 - gli concessero la cittadinanza onoraria per il profondo legame storico letterario con il territorio del Golfo dei Poeti. Negli ultimi anni lottò contro una lunga incurabile malattia: nell'opera "Raità da neve" il poeta aveva rappresentato la fine vicina attraverso versi pieni di malinconia, e la rarità della neve per chi vive in riva al mare rappresentava il simbolo dei sogni dell'esistenza, destinati a svanire. A livello sociale aveva aderito a Cities for Life. Paolo Bertolani prediligeva l'uso del dialetto della sua terra e lo elevò a dignità letteraria: la critica gli riconobbe il dono di saper trasformare in poesia anche gli oggetti e le situazioni quotidiane più semplici e di saper dare dignità ad una cultura povera, materiale, evocativa, contadina legando il suo cammino poetico ai sentieri della vita e della memoria e a quei valori sociali e umani prima trasmessi in modo orale. La sua poetica parte dalla volontà di confronto con la terra d'origine, con il suo paese (La Serra di Lerici) e con la sua gente, e dà vita ad una lirica ancorata ai temi eterni dell'esistenza, al fluire delle stagioni e della vita degli uomini, al confronto con la morte. L'uso del dialetto per lui non era una scelta, in quanto costituiva la lingua naturale, madre dell'espressione. Con "Libi" (che nel suo dialetto significa "libri") vinse il Premio LericiPea 1990 per aver "scritto un libro di fedeltà, fedeltà ai luoghi nativi, e di quotidiana esistenza, fedeltà agli affetti, fedeltà alla poesia intesa come voce di autenticità umana, sempre più minacciata, come il suo meraviglioso paesaggio, dall'insidia dell'incuria e del degrado".
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