Vescovo e martire
Etimologia: Costanzo = che ha fermezza, tenace, dal latino
Emblema: Bastone pastorale, Palma
Emblema: Bastone pastorale, Palma
Secondo
la leggenda, di cui esistono quattro redazioni, fu tradotto davanti
al console Lucio durante la persecuzione di Antonino e barbaramente
flagellato, indi rinchiuso con altri compagni in una stufa ardente dalla
quale uscì illeso. Ricondotto in carcere, convertì i suoi custodi che
lo aiutarono a fuggire. Rifugiatosi in casa di un certo Anastasio
cristiano, fu, insieme con questi, di nuovo arrestato. Dopo varie
peripezie nelle carceri di Assisi e Spello, fu decapitato presso
Foligno. Le diverse redazioni della passio sono concordi nello assegnare
il suo martirio al tempo di Antonino in una località presso Foligno
denominata "il Trivio". Il santo perugino aveva infatti in questa
città, vicino a Porta Romana, una chiesa che, secondo lo Iacobilli, fu
demolita nel 1527. Questi afferma inoltre che, al suo tempo, tale
località era chiamata ancora "campagna di S. Costanzo". Parimenti
tutte le redazioni della passio affermano che il santo, dopo il
martirio, fu portato a Perugia e sepolto non lontano dalla città in, un
luogo detto "Areola fuori Porta S. Pietro", ove sorse la prima
cattedrale di Perugia, dedicata al principe degli Apostoli. In questo
medesimo luogo fu eretta l'attuale chiesa di S. Costanzo consacrata,
secondo un'iscrizione esistente nell'antico altare, nel 1205 dal vescovo
di Perugia Viviano. L'episcopato
di Costanzo, secondo il Lanzoni ed il Delehaye, riposa su una
tradizione antica e seria per cui si può ritenere assai probabile che
egli sia stato il primo vescovo di Perugia. Il suo martirio risale alle
persecuzioni dei primi secoli. I
perugini venerano in lui uno dei protettori della città. Il suo culto
si diffuse anche fuori dell'Umbria. Nel 1781 fu fatta una
ricognizione delle sue reliquie e nel 1825, con grande solennità, la
traslazione delle medesime dal vecchio al nuovo altare, sempre nella
attuale chiesa di S. Costanzo.
Autore: Aldo Brunacci
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