Martiri
m. 304
Marcellino, sacerdote, e Pietro, esorcista, furono martirizzati soto Diocleziano (c. 303). Papa Damaso, ancora fanciullo, raccolse dallo stesso carnefice il racconto del martirio avvenuto a Roma in località Torpignattara sulla Casilina. La loro deposizione il 2 giugno è ricordata dal martirologio geronimiano (sec. VI). (Mess. Rom.)
Etimologia: Marcellino, diminutivo di Marco = nato in marzo, sacro a Marte, dal latinoEtimologia: Pietro = pietra, sasso squadrato, dal latino
Emblema: Palma
La più
antica notizia sul loro martirio ci è stata tramandata da Damaso (m.
384) il quale attesta di averla appresa in gioventù dalla bocca dello
stesso carnefice. Secondo la testimonianza del papa, dunque, il giudice
aveva ordinato che i due martiri fossero decapitati nel folto di una
selva affinché i loro sepolcri restassero sconosciuti; condotti al
luogo del supplizio essi si prepararono con le proprie mani la tomba, in
cui i loro corpi rimasero ignorati finché la pia matrona Lucilla,
venuta a conoscenza della cosa, si premurò di farli trasferire e
seppellire altrove. Il loro
sepolcro infatti è indicato dal Martirologio Geronimiano, il quale
attesta che Marcellino era presbitero e Pietro esorcista e li commemora
il 2 giug., nel cimitero ad duas lauros al terzo miglio della via
Labicana. Ivi li venerarono i pellegrini del sec. VII, mentre il dies
natalis è concordemente attestato da tutti i libri liturgici ed
agiografici. Secondo l'autore del
Liber Pontificalis, Costantino edificò in loro onore una basilica; il
carme che il papa Damaso aveva posto sul loro sepolcro fu distrutto
dai Goti, ma il papa Vigilio lo rifece inserendo i nomi dei due
martiri anche nel Canone della Messa. Allo stesso periodo deve
attribuirsi il loro ricordo nella liturgia ambrosiana e la dedicazione
di un'altra chiesa a loro intitolata sulla moderna via Labicana
(angolo via Merulana) già attestata nel sinodo romano del 595. Quasi
nello stesso periodo fu composta anche una passio che nella narte
migliore non fa altro che parafrasare il carme damasiano, ma aggiunge
fantastiche notizie secondo le quali i nostri santi avrebbero avuto
relazione con i martiri Artemio, Seconda e Paolina. sarebbero stati
uccisi al XII miglio della via Aurelia. in una località che in loro
ricordo fu detta Silva Candida (antica Lorium), che il carnefice si
chiamava Doroteo e da vecchio si convertì al Cristianesimo ricevendo il
Battesimo dalle mani del papa Giulio I. Le
reliquie dei due martiri nel sec. IX sarebbero state trasferite a
Seligenstadt in Germania, ma dal racconto di Eginardo nasce il fondato
sospetto che il famigerato diacono Deusdona, parte in causa ed agente
principale di quella traslazione, abbia, secondo il suo costume,
ingannato i messi del pio scrittore ed abate.
Autore: Agostino Amore
Autore: Agostino Amore
Nessun commento:
Posta un commento