(Cavazzo Carnico, 27 settembre 1913 – Tolmezzo, 22 agosto 1991)
è stato un poeta, drammaturgo e sceneggiatore italiano
La sua formazione culturale risentì degli influssi di alcune tra le principali correnti letterarie del Novecento, quali il crepuscolarismo e l'ermetismo. Frequentò il ginnasio-liceo "Jacopo Stellini" di Udine, e in seguito fu ammesso alla Scuola Normale Superiore di Pisa dove fu allievo di Attilio Momigliano e Luigi Russo, con il quale si laureò nel 1939 con una tesi sul teatro di Agnolo Fiorenzuola. Nel corso degli anni Trenta conobbe e strinse amicizia con i poeti Giorgio Caproni e Alfonso Gatto, con il pittore Renato Guttuso e con il figlio di Luigi Pirandello, Stefano. Nel 1937 debuttò come poeta con la raccolta Il fiume va che fu recensita favorevolmente da Diego Valeri, contemporaneamente mise il scena il suo primo dramma teatrale, La casa, che costituì il primo tassello della cosiddetta “Trilogia carnica” che sarà completata da Mio fratello il ciliegio e Dentro di noi. La sua attività di drammaturgo fu apprezzata da Silvio d'Amico, che nel secondo dopoguerra lo chiamò a collaborare alla realizzazione dell'Enciclopedia dello Spettacolo. Di ritorno dalla guerra, combattuta in Russia, sposò Liliana Guidotti, da cui ebbe il figlio Glauco. Dal 1945 visse a Roma. Alla morte della moglie (1953) entrò in Rai come funzionario dei servizi di prosa radiofonici del terzo programma, passando in seguito a Radio 1 come vice-direttore, incarico che ricoprì fino al 1977. A partire
dagli anni Sessanta intensificò la sua produzione poetica,
particolarmente apprezzata dalla critica in quanto Angeli seppe
coniugare la rigorosa tradizione classica e umanistica, che costituiva
una parte fondamentale della sua formazione culturale, ad un profondo
interesse per correnti che caratterizzarono la poesia italiana del
Novecento, prima fra tutte l'ermetismo. Nel 1976 vinse il Premio Nazionale Letterario Pisa per la sezione Poesia. Nel 1981 recitò la parte di Barbe Zef, nel discusso sceneggiato diretto da Vittorio Cottafavi e tratto dall'omonimo racconto di Paola Drigo. Sposò in seconde nozze la poetessa Alida Airaghi, da cui ebbe due figlie, Daria e Silvia. Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Zurigo. Morì il 22 agosto del 1991 all'ospedale di Tolmezzo, colpito da un ictus, mentre stava trascorrendo un periodo di riposo nel natìo borgo di Cesclans, dov'è tuttora sepolto.
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