mercoledì 25 settembre 2019

Lo struzzo Oliver.


Uno struzzo austero e autorevole teneva lezione ai giovani struzzi sulla superiorità della loro specie su tutte le altre. «Siamo gli uccelli più grandi e per­ciò i migliori». Tutti i presenti esclamarono: «Certo! Certo!» tran­ne uno struzzo pensieroso, un certo Oliver. «Noi non voliamo all'indietro come il colibrì» disse a voce alta. «Il colibrì perde terreno» replicò lo struzzo anziano. «Noi progrediamo, andiamo avanti». «Certo! Certo!» esclamarono tutti gli altri struzzi, tranne Oliver. «Facciamo le uova più grandi e perciò le miglio­ri» continuò l'anziano maestro. «Le uova del pettirosso sono più belle» disse Oliver. «Dalle uova di pettirosso escono solo pettirossi» replicò l'anziano struzzo. «I pettirossi si dedicano solo al vermi dei prati e basta!». «Certo! Certo!» esclamarono tutti gli altri struz­zi, tranne Oliver. «Noi camminiamo su quattro dita mentre all'uo­mo ne occorrono dieci» rammentò l'anziano struzzo ai suoi allievi. «Ma l'uomo può volare stando seduto e noi non voliamo affatto» commentò Oliver. L'anziano struzzo lo squadrò con occhi severi. «L'uomo vola troppo in fretta per un mondo che è rotondo. Presto raggiungerà se stesso con un gran coz­zo posteriore, e l'uomo non saprà mai che ciò che l'ha colpito da dietro è stato l'uomo». «Certo! Certo!» esclamarono tutti gli altri struz­zi, tranne Oliver. «Poi, in momenti di pericolo, possiamo renderci invisibili cacciando la testa nella sabbia» declinò il maestro. «Nessun altro lo sa fare». «Come facciamo a sapere che non ci vedono se non vediamo?» chiese Oliver. «Cavilli!» esclamò l'anziano struzzo, e tutti gli altri struzzi, tranne Oliver, esclamarono: «Cavilli!» senza sapere che cosa significasse. Proprio in quel momento, maestro e allievi udi­rono uno strano rombo minaccioso, come un tuono che si avvicinava sempre più. Non era un tuono del cielo ma il rombo di un'immensa orda di rozzi ele­fanti in piena carica che, spaventati da nulla, fuggi­vano alla cieca. L'anziano struzzo e tutti gli altri, tran­ne Oliver, cacciarono immediatamente la testa nella sabbia. Oliver andò invece a ripararsi dietro una gran roccia poco distante e lì rimase, finché quella tem­pesta di animali fu passata. Quando venne fuori vide davanti a sé una distesa di sabbia, ossa e piume: tut­to quanto restava dell'anziano maestro e dei suoi al­lievi. Tanto per essere sicuro, Oliver fece l'appello ma non ebbe risposta fino al proprio nome. «Oliver» chiamò. «Presente!» si rispose. E fu l'unico suono nel deserto. Una nave urtò contro gli scogli. I passeggeri fu­rono imbarcati su una grossa scialuppa di salvatag­gio. Con loro si imbarcarono anche alcuni ufficiali e il pilota della nave. Prima che la scialuppa lasciasse la fiancata della nave arenata, il comandante diede loro un 'ultima raccomandazione: «Ascoltate il pilo­ta, lui sa come si manovra una scialuppa!». Una vecchietta mormorò: «Non saprei... Ci ha appena mandati a sbattere contro gli scogli!». Non subaffittate il cervello a nessuno. Non è l'am­piezza dell «audience» a fare intelligente un'idea.
(Bruno Ferrero, )

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