domenica 15 settembre 2019

Arturo Onofri



(Roma, 15 settembre 1885 / 25 dicembre 1928)
è stato un poeta e scrittore italiano,
tra i massimi poeti metafisici italiani del Novecento.
Nato a Roma nel 1885, dove visse fino alla sua morte che avvenne nel 1928, Onofri proveniva da una famiglia di origine borghese. Condusse sempre una vita tranquilla lavorando come impiegato alla Croce Rossa e dedicandosi all'attività letteraria che iniziò molto presto. Dal matrimonio con Bice Sinibaldi, nel 1916, nacquero Giorgio e Fabrizio, che nel secondo dopoguerra sarà un esponente di spicco del P.C.I., oltre che scrittore in proprio e sceneggiatore, di cui va ricordato almeno il film Sacco e Vanzetti (1971). La formazione culturale di Arturo Onofri avvenne soprattutto attraverso Bergson e James e sugli insegnamenti dei simbolisti e dei crepuscolari. Nel 1914 pubblicò le sue prime poesie sulla rivista "Vita letteraria" e nei tre anni seguenti seguirono le sue prime tre raccolte di versi: "Liriche" nel 1907, "Poemi tragici" nel 1908 e "Canti delle oasi" nel 1909. Queste raccolte vennero raggruppate nel 1914 e pubblicate con il titolo "Liriche". Fu attivo collaboratore di diverse riviste letterarie, soprattutto di Nuova Antologia nel 1910-1912 e in seguito nel 1927. Nel 1912 fondò la rivista Lirica e collaborò a La Voce, ma si staccò polemicamente nel 1916 per alcune divergenze editoriali, ponendosi in una condizione di isolamento e di ricerca personale, cui resterà fedele per tutto il resto della sua vita. Su Lirica pubblicò diverse poesie e scritti critici sul verso libero mentre su La Voce pubblicò le sue analisi critiche sulle Myricae del Pascoli e Tendenze, uno dei manifesti del frammentismo primonovecentesco più aperto alle suggestioni culturali internazionali. Precedentemente, nel 1913, era stato critico letterario sul quotidiano Il Popolo romano con saggi sui poeti stranieri. Scrisse anche sulla rivista La Diana tra il 1916 e il 1917 e su Cronache d'Italia. La poesia di Arturo Onofri dell'ultimo periodo ha avuto più detrattori che sostenitori. Eppure mentre i poeti del Novecento ambivano ai premi letterari, alcuni divenendo famosi per averli ottenuti, altri divenuti famosi per non averli ottenuti, l'esempio dell'integrità poetica di Arturo Onofri è forse oggi uno dei più alti esempi della poesia del Novecento italiano e, forse, europeo.

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