venerdì 19 febbraio 2021

Massimo Troisi


Nel 1996 fu candidato ai premi Oscar come miglior attore e miglior sceneggiatura non originale per il film Il postino. Scomparve prematuramente, a quarantuno anni, per un fatale attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche di cui soffriva sin dall'età di dodici anni. Da una classifica stilata dalla federazione italiana psicologi nel 1997, Massimo Troisi risultava essere un mito per la maggior parte dei giovani. Nacque il 19 febbraio 1953 a San Giorgio a Cremano, cittadina alle porte di Napoli, da Alfredo Troisi, macchinista ferroviario, e da Elena Andinolfi, casalinga. Crebbe in una famiglia molto numerosa; abitò infatti nella stessa casa con i genitori, cinque fratelli, due nonni, gli zii ed i loro cinque figli. Troisi si diplomò geometra all'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri a Torre del Greco. Contemporaneamente scrisse anche alcune poesie in dialetto ispirate a Pasolini, il suo autore preferito. Nel 1972 a Troisi venne diagnosticata un'anomalia cardiaca che lo obbligò, nel 1976, a recarsi negli Stati Uniti per un intervento alla valvola mitralica; alle spese del viaggio contribuì una colletta organizzata, tra gli altri, dal quotidiano di Napoli Il Mattino. L'operazione venne eseguita ad Houston dal professor De Bekey ed ebbe buon esito, tanto è vero che Troisi riprese la sua carriera teatrale poco tempo dopo. Troisi cominciò la sua carriera di attore, dal 1969, nel teatro parrocchiale della Chiesa di Sant'Anna insieme ad alcuni amici d'infanzia (tra cui Lello Arena). Successivamente il gruppo affitterà un garage in via San Giorgio Vecchio, 31 che verrà chiamato Centro Teatro Spazio, dove verranno rappresentati diversi spettacoli in stile pulcinellesco, al quale si aggiunge una commedia scritta dallo stesso Troisi: Si chiama Stellina. Al gruppo si aggiungerà successivamente anche Vincenzo Purcaro, che più tardi cambierà il suo cognome in Decaro. Dopo il ritorno di Troisi dagli Stati Uniti, dove si era recato per l'intervento chirurgico, il gruppo del Centro Teatro Spazio si assottiglia e nasce quello de I Saraceni che comprende  Enzo Decaro e Lello Arena. In seguito il gruppo cambierà definitivamente nome in La Smorfia, voluto proprio dallo stesso Troisi. Dopo alcuni spettacoli al Teatro Sancarluccio, il gruppo ha un rapido successo che gli consente di approdare prima al cabaret romano La Chanson e ad altri spettacoli comici in tutta Italia, poi alla trasmissione radiofonica Cordialmente insieme, ed infine in televisione, dove il trio partecipa ad alcuni programmi tra i quali Non stop (1977), La sberla (1978) e Luna Park (1979). L'ultimo spettacolo teatrale del trio è Così è (se vi piace). Dopo aver lasciato la Smorfia, Troisi decise di intraprendere la carriera cinematografica. Mauro Berardi gli propose un film , "'O Re", che lui però rifiutò in favore di Ricomincio da tre, pellicola nella quale debuttò sia come attore che come sceneggiatore e regista. Il film, acclamato dalla critica, consentì a Troisi di ottenere due Nastri d'Argento per il miglior regista esordiente e per il miglior soggetto e due David di Donatello per il miglior film e per il miglior attore. L'anno seguente accettò di dirigere uno speciale televisivo trasmesso da Rai Tre per la serie Che fai, ridi?, dedicato ai nuovi comici italiani di inizio anni ottanta, Morto Troisi, viva Troisi!, con Marco Messeri, Roberto Benigni, Lello Arena e Carlo Verdone. Sempre nel 1982, tornò a recitare al fianco di Lello Arena nel film No grazie, il caffè mi rende nervoso. Di questo film sono da ricordare in particolare i monologhi di Troisi nell'albergo, al commissariato e dal giornalaio. La successiva tappa della carriera cinematografica è del 1983, con Scusate il ritardo. Altro grande successo di pubblico (ma non di critica) lo ottenne nel 1984 con Non ci resta che piangere, unico film a fianco di Roberto Benigni, da lui molto lontano per lingua e gestualità. Inoltre, nel 1986 Troisi ebbe un piccolo ruolo nel film diretto da Cinzia Torrini, Hotel Colonial, girato in Colombia, nel quale tenta la carta del cast internazionale. Nel 1987 fu attore e regista in Le vie del Signore sono finite, ambientato durante il periodo fascista. Il film vinse il Nastro d'Argento alla migliore sceneggiatura. Nel triennio seguente collaborò come attore in tre film, i primi due con Marcello Mastroianni: Splendor (1988), in cui è proiezionista di un cinema prossimo alla chiusura; Che ora è? (1989), sui rapporti conflittuali tra padre e figlio, per il quale venne premiato con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, ex aequo con Mastroianni, alla Mostra del Cinema di Venezia; e Il viaggio di Capitan Fracassa (1990), dove interpretò Pulcinella, presentato in anteprima alla 41° edizione al "Berlin International Film Festival". L'ultima regia di Troisi, dove è anche sceneggiatore e protagonista, è quella di Pensavo fosse amore, invece era un calesse del 1991. All'inizio del 1994 Troisi, recatosi ancora una volta negli Stati Uniti per dei controlli cardiaci, apprese di dover sottoporsi con urgenza a un nuovo intervento chirurgico, ma decise di non rimandare le riprese del suo nuovo film[: Il postino (1994), girato a Procida e Salina , liberamente tratto dal romanzo Il postino di Neruda. Troisi riuscì a terminare le riprese del film con enorme fatica e con il cuore stremato, facendosi sostituire in alcune scene da una controfigura.

  « Ed è stata un'esperienza umana grandissima, perché lui stava male e ha voluto fare questo film a tutti costi: tutti gli dicevano "ma dai, fai il trapianto e poi lo farai", e lui diceva "No, questo film lo voglio fare con il mio cuore". [...] E poi questo film è il suo testamento morale. »
 
(Renato Scarpa su Massimo Troisi[6])
 
 

Troisi morì nel sonno, nella casa della sorella Annamaria e in compagnia del suo più grande amico sin dall'infanzia, Alfredo Cozzolino, a Ostia, quartiere marino di Roma, per attacco cardiaco, il 4 giugno 1994, 12 ore dopo aver terminato le riprese de Il postino. Due anni dopo la morte di Troisi, Il postino venne candidato a cinque Premi Oscar (tra cui Troisi come miglior attore, il quarto di sempre a ricevere una nomination per l'Oscar postumo), ma delle cinque nomination si concretizzò solo quella per la migliore colonna sonora (scritta da Luis Bacalov).

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