martedì 23 febbraio 2021

23 febb. Madonna delle Grazie | Pennabilli

 

Madonna delle Grazie in Pennabilli, la cui immagine si trova nell’antica chiesa di S.Cristoforo, risalente all’XI Secolo,retta poi dagli eremitani agostiniani dal 1374 al 1810 da cui ne prese il nome. L’affresco della Vergine più tardo risale al XV secolo, dipinto su muro, faceva parte in origine, di un contesto pittorico più ampio che è stato ridotto alle attuali dimensioni nel 1528 circa 40 anni dopo il miracolo delle lacrime, con la costruzione di una tribuna ad arco rinascimentale in marmo bianco.   La S.Vergine seduta su una panca è ritratta ricoperta di un manto azzurro con decorazioni gialle sparse; tiene nella mano sinistra un piccolo cardellino a simboleggiare la passione di Cristo, con la destra sorregge il figlio in piedi sul ginocchio destro che guarda verso lo spettatore con sguardo sereno-Sopra, sono dipinti l’annunciazione e un giardino fiorito, simbolo della verginità di Maria. In alto l’Eterno padre benedicente e lo spirito Santo in forma di colomba. La venerata immagine, è protagonista nella storia di molti eventi miracolosi: nel venerdì 20 marzo 1489 lacrimò più volte dall’occhio destro e quell’evento fu veduto visivamente da numeroso popolo. Alcuni astanti, meravigliati e increduli vollero asciugare le lacrime con pezzuole, ma queste continuarono ad uscire scorrendo per la gota, lasciando una traccia sul nitido volto. Le cronache storiche, poi, narrano che il 23 febbraio 1517 un forte esercito della famiglia dei Medici di Firenze si era accampato sotto le rocche pennesi deciso ad espugnarle. Durante l’assalto, nella cruentissima battaglia, mentre i soldati difendevano le mura, la popolazione, donne bambini e i vecchi erano in preghiera davanti all’altare della Vergine ad implorare aiuto. In maniera prodigiosa ecco apparire sul roccione in raggiante splendore , la SS.Vergine Maria. A tale vista le armate medicee colte da terrore, si precipitarono in ritirata e la città fu salva. Ma pochi anni dopo, nel 1521 le medesime truppe d’ esercito più numeroso e forti , al comando di Giovanni dalle Bande Nere, si accamparono nuovamente sotto le mura tentando la capitolazione della città e della rocca. Il Duca di Urbino constata la situazione di forte minoranza consigliò la popolazione ad abbandonare la città, egli stesso si rifugiò nella rocca di Sassocorvaro. Tutti i cittadini fuggirono nella notte all’infuori di 14 valorosi soldati. All’alba alcuni di essi scesero per trattare la resa.  I nemici l’ accettarono a condizione che tutti si consegnassero come ostaggi. Nella disperazione e nel dolore quei pochi si ritirarono a consiglio. Scesa la notte mentre i nemici si aggiravano intorno alle mura cercando di penetrare nel castello,nuovamente nel cielo tra un fortissimo bagliore , riapparve l’immagine della Vergine con il figlio in braccio tra un esercito di angeli. La città fu nuovamente salva. Da quei tempi il paese e la popolazione annoverano un fervente culto di venerazione per questa immagine. Nel corso dei secoli e fino ai giorni nostri, fu più volte sperimentato l’aiuto della Vergine nell’ esaudire le richieste di protezione. Durante l’ultima guerra nel giugno 1944 la popolazione implorò l’aiuto della S.Vergine per impedire l’evacuazione dalla città ordinata da parte del comando tedesco, l’ordine fu poi revocato per intercessione di Maria. Il 21 settembre dello stesso anno ancora l’esercito tedesco in ritirata aveva minato i ponti strategici del territorio per farli saltare con mine per interrompere le vie di comunicazione. Gli abitanti del paese si ritrovarono ancora davanti alla Vergine delle Grazie , facendo altresì voto , che esauditi, avrebbero restaurato convenientemente il santuario venne altresì proclamata Regina del Montefeltro. Il comando tedesco non aveva fatto brillare tutte le mine innescate. Svariate altre sono le testimonianze degli abitanti di Pennabilli su guarigioni ,e miracoli per intercessione della Vergine delle Grazie. Degna di attenzione, per la notorietà degli avvenimenti, è la grazia al capitano di marina Filippo Zappi ,che partecipò con Umberto Nobile all’avventurosa spedizione dell’esplorazione al polo nord con il dirigibile “ Italia”nel 1928. Raggiunto il Polo fra il 23 e 24 maggio non fu possibile l’atterraggio per le avversità atmosferiche ; sulla via del ritorno il dirigibile fuori rotta appesantito dai ghiacci, urtò contro il pack, la navicella di comando si distaccò nell’impatto. Dei 16 uomini formanti l’equipaggio dieci furono sbalzati sui ghiacci, dei sei rimasti a bordo dell’involucro del dirigibile, si persero le tracce nelle nebbie polari e non si seppe mai più nulla, era il 25 maggio. Dopo il terribile disastro della collisione i superstiti si accamparono sul luogo del’impatto nella celebre tenda rossa in attesa di soccorsi. Ma dopo giorni di inutili tentativi di contatti radio con il mondo civile Filippo Zappi con altri due  compagni,Mariano e Malgren decisero di non aspettare oltre i disperati soccorsi . Lasciarono la tenda affrontando la distesa dei ghiacci con una marcia disperata nella speranza di aiuto. Nella lunga peripezia si perse nella tormenta il membro Malgren, solo la fame e la neve, ormai, accompagnavano quei due disperati superstitii. Lo Zappi prostrato dal freddo e dalla disperazione, tornò col pensiero alla casa materna dove aveva trascorse l’infanzia vicina alla chiesa di S.Agostino ripensò alla bontà e ai miracoli della Vergine delle Grazie. Le promise che sarebbe tornato a ringraziarLa se avesse avuta salva la vita. Intanto le squadre di soccorso individuata la tenda rossa salvarono i superstiti. I soccorritori informati dell’esistenza del piccolo gruppo sparso iniziarono le ricerche con slitte. All’alba del 12 luglio ormai all’estremo delle forze, 48 giorni dopo il terribile impatto furono tratti in salvo, l’amico Mariano aveva già un piede congelato. Quando Filippo Zappi tornò a Pennabilli per adempiere la promessa fatta alla Vergine si fece una gran festa di giubilo e gratitudine alla Madonna delle Grazie per la protezione accordata. 

Nessun commento:

Posta un commento

La verità