nome d'arte di Alberto Zoboli
è stato un attore italiano del teatro, del cinema e della televisione.
Di famiglia borghese nacque a Bolzaneto in via Pastorino, e dimostrò fin dalla prima gioventù trascorsa a Pegli un vivo interesse per la recitazione, frequentando a vent'anni corsi impartiti da Andrea Miano .Si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza per assecondare il desiderio del padre, ma continuò a nutrire la passione per il teatro, al punto da costituire una filodrammatica nella fabbrica di elettrodomestici San Giorgio dove nel frattempo era stato assunto come impiegato. Con i suoi compagni d'avventura mise in scena Piccola città di Thornton Wilder, riscuotendo un lusinghiero successo. A lui è dedicato con una targa il foyer del teatro Rina e Gilberto Govi di Bolzaneto. Nel 1946 fa il suo esordio al Centro Sperimentale Universitario di Genova Luigi Pirandello, successivamente denominato Teatro d'Arte Città di Genova, lavorandovi fino al 1952, in seguito reciterà al Piccolo Teatro di Milano ed al Teatro Nuovo, dove nella stagione 1953-54 reciterà accanto a Gino Cervi nel Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand. Attore
affascinante, dotato di una rilevante presenza scenica e soprattutto di
una voce sensuale che suscita l'affetto del pubblico femminile, approda
nei fotoromanzi e al cinema nel 1954 con un ruolo nel film Ulisse di Mario Camerini.
Perlopiù ottiene parti secondarie in film di genere tipici dell'epoca.
Forse la sua interpretazione migliore di questo periodo è nel film Il sicario, diretto nel 1960 da Damiano Damiani.Nel 1955 avviene anche la sua prima apparizione sul piccolo schermo, nel romanzo sceneggiato Piccole donne diretto da Anton Giulio Majano.Da allora Alberto Lupo divenne protagonista di molti altri sceneggiati televisivi come La Cittadella del 1964, tratto dall'omonimo romanzo di Archibald Joseph Cronin, nel quale interpreta il ruolo del protagonista dottor Manson.A questo faranno seguito diversi altri romanzi sceneggiati, tra i quali Resurrezione, del 1965, tratto dal romanzo di Lev Tolstoj, Un certo Harry Brent del 1970 e Come un uragano del 1971, entrambi tratti da romanzi dell'inglese Francis Durbridge e programmi televisivi di intrattenimento ai quali, ormai celebre e famoso, presterà la sua figura di impeccabile presentatore.La voce
suadente di Alberto Lupo è stata una delle sue qualità più notevoli
durante tutta la sua carriera, consentendogli anche di lavorare nel doppiaggio
di film stranieri, ed aveva anche attratto l'attenzione dei produttori
discografici, che gli chiesero di incidere dei brani recitativi quali Io ti amo nel 1967 e Una telefonata nel 1971. Dal primo di questi brani venne tratto nel 1968 un film diretto da Antonio Margheriti .Il successo arriva inaspettatamente nel 1972, quando viene scritturato per presentare insieme a Mina il programma televisivo di varietà della RAI Teatro 10.
Gli autori della trasmissione desiderano che entrambi incidano la
sigla finale del programma e, per adattarla alle corde interpretative
dell'attore ligure, decidono insieme al direttore d'orchestra Gianni Ferrio
di scrivere una canzone che comprenda una parte recitata da una voce
maschile a complemento della melodia cantata da Mina. Nasce così Parole, parole, brano che porterà Alberto Lupo alla notorietà anche in campo discografico, salendo al primo posto della hit parade e rimanendovi per diverse settimane. Nell'autunno 1976 è uno dei protagonisti, insieme a Nino Castelnuovo, di una serie di gialli polizieschi abbinati alla trasmissione televisiva Chi?, che fu il secondo spettacolo sostitutivo della soppressa Canzonissima (l'anno precedente fu la volta di Un colpo di fortuna)
dove interpreta la parte del commissario Serra, anche con un pizzico di
comicità (in ogni episodio non mancava mai una scena nella quale, al
momento di fumare una sigaretta, il filtro della stessa era sempre
rivolto erroneamente verso l'accendino). Fu inoltre l'ultimo
presentatore del popolare show televisivo Senza Rete.Nel 1977, all'apice della sua carriera, accetta di interpretare in teatro il dramma Chi ha paura di Virginia Woolf?, ma durante le prove viene colpito da una trombosi cerebrale. Ricoverato d'urgenza, rimane in coma per un lungo periodo, ed al suo risveglio si ritroverà afono e con una metà del corpo paralizzata.
Dovrà in seguito sottoporsi ad una lunga e complessa riabilitazione per
recuperare la voce e le facoltà motorie, aiutato in maniera
determinante dalle cure solerti e amorevoli della moglie Lyla Rocco, che aveva sposato nel 1964. Fortemente provato, riappare in televisione nel 1978 quale ospite di Renzo Villa nella trasmissione Il Bingooo' in onda su Antenna 3 Lombardia. In quella occasione recitò con voce malferma la celebre poesia di Rudyard Kipling If. Il 12 novembre 1979 torna ufficialmente in tv con la trasmissione Buonasera con... Alberto Lupo, un programma giornaliero del tardo pomeriggio dell'allora Rete 2, che rileva un certo successo . Nello stesso anno torna sul grande schermo con una parte nel film Action diretto da Tinto Brass, e tornerà ad interpretare l'episodio Tre colpi di fucile della serie Dentro una stanza chiusa diretto da Daniele D'Anza nel 1982, e lo sceneggiato televisivo L'amante dell'Orsa Maggiore nel 1983, diretto dal fedele Anton Giulio Majano, ma dell'attore tenebroso e affascinante di un tempo non rimane, purtroppo, che un lontano ricordo.Si spegne all'età di quasi 60 anni nella cittadina balneare di San Felice Circeo,
dove aveva trascorso gli anni della convalescenza dopo l'incidente che
pose fine alla sua per certi versi sfolgorante carriera; viene sepolto
nel vecchio cimitero del paese, accanto alla tomba di Anna Magnani
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