domenica 26 maggio 2019

LA VENDITRICE DI OCCHIALI



 
Occhiali, signori, io sono qui per vendere occhiali.
Sono belli i miei occhiali, signori... ne ho di tutte le forme, grandi, piccoli, leggeri pesanti... sono di tutti i colori i miei occhiali.
E non costano nulla, li vendo solo per un po’ di attenzione
e la voglia di vedere il mondo in modo diverso.
Dal mattino alla sera, signori, e poi anche la notte io cammino per le strade con i miei occhiali: sono per chi vuole scoprire cosa si vede con gli occhi finalmente aperti e con delle lenti nuove.
Li tengo qui, vedete, i miei occhiali, li metto dove capita, nelle mie tasche,
appesi ai miei vestiti e nella borsa e sulla mia testa e tra queste mie mani.
Volete un paio di occhiali?
Signore, li vuole provare?
Sono speciali, sa, non sono occhiali qualunque... vede?
Provi, li provi un poco e poi mi dirà.
Ecco, così, bravo...e ora mi dica, signore, mi dica quello che vede.
Si... certo, signore... no... non sono sporchi... no, io... non ho incollato nulla sulle lenti... .Guardi, guardi bene... cosa vede, signore?
Una sagoma, signore... lei dice di vedere una sagoma...
Si, è vero... provi anche lei, signora... indossi questi occhiali...
ecco.. che dice? Anche lei vede una sagoma... come se avesse delle ali, dice?
Certo, signori, ci credo che vediate le ali perché io vendo occhiali per vedere gli angeli! Si, per vedere gli angeli.
Basta indossarli, magari in un posto pieno di energia, come questo,
oppure dove si possa stare un po’soli con noi stessi... e poi attendere.
Qualche volta basta un minuto... in altri momenti magari si attende anche per ore... L’importante è non avere fretta... e gli angeli si mostrano perché loro sono qui, ci accompagnano... ma noi spesso non ce ne accorgiamo perchè non li sappiamo vedere.
Come ho incominciato a vendere occhiali per vedere gli angeli, mi chiede, signore? Se vuole glielo racconto ma mi stia ad ascoltare con il cuore,
altrimenti poi si perde un passaggio e non capisce più nulla.. sa, la mia è una storia un po’ strana, ma gliela voglio proprio raccontare.
Un giorno ero lì, al mio solito angolo della mia solita strada a vendere due soldi di mangime per i piccioni... e la gente comperava i miei cartocci colorati...
i bambini facevano a gara a spargere a terra tutto quel cibo e poi correvano incontro ai colombi e ridevano... ridevano...
Ho fatto felici tanti bambini e tanti piccioni...
Ma poi, un giorno, sono arrivati loro.
Li ho visti lì, accanto a me, bellissimi.
Dovevate vedere che luce! Non sapevo chi fossero ma avevano un’aria familiare: erano in tre.
“Siamo una delegazione di angeli”, mi ha detto quello con la voce tranquilla
che sembrava un vecchio maestro pieno di amore.
“Siamo stanchi di avere poco da fare”, ha aggiunto quello con l’aria più decisa.
Il terzo non parlava ed io lo guardavo, aspettandomi che aggiungesse qualcosa.
“Lui non parla, ascolta soltanto. Ma sa ascoltare bene lui, lo portiamo sempre con noi perché a lui non sfugge mai nulla”.
E mi guardavano con occhi di luce che parevano mare e lago e fiume e montagna. Occhi di nuvole, di luna e di vita.
Occhi che non avevo mai visto. Occhi d’amore.
“Abbiamo bisogno di te, dovresti farci da agente”, lo dissero così,
come se fossero tre uomini d’affari, con ovvietà.
Io, un agente degli angeli!
”E cosa posso fare per voi?”,
chiesi, e devo confessare che incominciavo a divertirmi.
Vendere cibo per i piccioni, da un po’ di tempo mi stava un po’ strett
E parlarono.
I tre angeli mi parlarono intrecciando sguardi a parole ed io ero con loro.
E mi accorsi, signori, mi accorsi forse per la prima volta nella mia vita
di non essere sola.
Era come se avessi avuto d’un tratto un’espansione di coscienza che mi portava
ad abbracciare l’universo e poi di nuovo mi ritrovavo centrata in me.
Come se la terra e il cielo in realtà fossero tutt’uno e si incontrassero in me.
Nel mio respiro, forse, nei loro sguardi, certo, negli sguardi degli angeli.
“Ognuno ha il diritto di aprire gli occhi e di vedere” mi disse il primo
“Tu puoi aiutarli a trovare le lenti giuste”, aggiunse il secondo.
Il terzo sorrise.
Ma perché avete bisogno di aiuto,
non c’è forse Dio con voi?,
chiesi e mi accorsi di avere fatto una domanda stupida, piccola, tremendamente umana.
Ma loro prontamente mi risposero 
“Siamo stanchi di non avere niente da fare.
Gli uomini ancora non lo sanno che noi siamo qui per loro ma che per ricevere
il nostro aiuto devono soltanto chiederlo. Chiedere, solo questo, nulla di più.
Non abbiamo bisogno di eroi o di martiri, ma soltanto di persone che sappiano
di avere diritto a questo servizio. Ma forse pochi sanno che noi siamo qui per loro. Forse proprio perché non ci vedono”.
“Non ci vedono perché si guardano intorno con le lenti sbagliate e non si accorgono di quello che hanno davanti al naso. E vanno avanti indietro, indietro avanti, talvolta senza fare nulla, e poi si sentono in colpa e allora aggrediscono gli altri per non sentire il loro stesso dolore e si ubriacano di tutto, pur di non starsi ad ascoltare...hanno paura di trovare il vuoto... e diventano dipendenti da altri uomini, da ideologie, da droghe di ogni tipo... e poi si sentono soli perché non sanno quanto è bello stare con se stessi quando ci si vuole bene... e si cacciano nei guai... mettono bombe, si infilano sotto alle macerie, fanno imprese suicide,
uccidono, spargono terrore, o si rannicchiano in un angolo perché hanno paura della vita, del loro stesso corpo, del loro respiro, del loro cuore che batte...
oppure indossano una maschera per fare bella figura o per avere il consenso degli altri, per essere amati, per non perdere il potere...siete strani vuoi uomini...
ma noi siamo qui per voi e in quei momenti di dolore paura solitudine emergenza
non dovete fare altro che chiamarci e noi saremo lì perché già siamo qui se soltanto apriste gli occhi”
Così mi dissero i tre angeli ed io mi chiesi perché mai avessero scelto proprio me... sono solo una povera inutile venditrice di cibo per piccioni... e mentre me lo chiedevo li vidi sorridere. E in quel sorriso ogni mio dubbio si dissolse e mi dissi che non era necessario chiedersi il perché... che in fondo non ci sono perché,
quando si decide di aprire gli occhi. I perché qualche volta ci trascinano lontano,
ci fanno viaggiare nella mente ma non sempre ci permettono di portare con noi anche il cuore. E in quel sorriso io mi riconobbi e tutto d’un tratto mi apparve chiaro, come se mi fossi di colpo risvegliata.
Noi uomini siamo creature bellissime ma troppo spesso ce lo dimentichiamo
e gli angeli sono qui per risvegliare nella nostra mente e nel nostro cuore il ricordo di quella luce da cui siamo venuti e a cui torneremo. Ci fanno da specchio e sono lì proprio per mostrarci tutto lo splendore del nostro ritorno a casa.
Così pensavo, mentre gli angeli mi sorridevano e poi d’un tratto mi accorsi che se n’erano andati. Forse erano volati via nel cielo, oppure si erano mescolati tra gli uomini, o forse si erano fatti piccoli piccoli per stare dentro al mio cuore...
non so... Ma quando indosso questi occhiali loro sono lì, davanti a me e mi sorridono.Se vedete un bimbo guardare l’aria e sorridere o ridere, non stupitevi,
sta solo guardando un Angelo. Ma se indossate questi occhiali, signori,
anche voi sarete come quel bambino. Che non si dimentica di chiedere aiuto
al suo angelo quando ne ha bisogno... Ecco, signori, ecco perché io sono qui
a venderviocchiali per vedere gli angeli. Così potete farlo anche voi.
Volete provarli?
Non costano nulla...
occhiali.. signori...
io vendo occhiali per vedere gli angeli...
 
di Susanna Garavaglia
 

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