domenica 1 dicembre 2019

C'era una volta un vecchio che non era mai stato giovane.



In tutta la sua vita, in realtà, non aveva mai imparatoa vivere. E non avendo imparato a vivere, non riusciva neppure a morire. Non aveva speranze né turbamenti;non sapeva né piangere né sorridere. Tutto ciò che succedeva nel mondo non lo addolorava e neppure  lo stupiva. Passava le sue giornate oziando sulla soglia della sua capanna, senza degnare di uno sguardo il cielo, l'immenso cristallo azzurro che, anche per lui, il Signore ogni giorno puliva con la soffice bambagia  delle nuvole. Qualche viandante lo interrogava.  Era così  carico d'anni che la gente lo credeva molto saggio  e cercava di far tesoro della sua secolare esperienza.  "Che cosa dobbiamo fare per raggiungere la felicità?"
chiedevano i giovani. "La felicità è un'invenzione degli stupidi"
rispondeva il vecchio. Passavano uomini dall'animo nobile, desiderosi di rendersi utili al prossimo. "In che modo possiamo sacrificarci per aiutare

 i nostri fratelli?" chiedevano. "Chi si sacrifica per l'umanità è un pazzo" rispondeva il vecchio, con un ghigno sinistro.
 "Come possiamo indirizzare i nostri figli sulla  via del bene?" gli domandavano i genitori. "I figli sono serpenti"rispondeva il vecchio.
"Da essi ci si possono aspettare solo morsi velenosi".
Anche gli artisti e i poeti sirecavano a consultare il vecchio che tutti credevano saggio. "Insegnaci ad esprimere i sentimenti che abbiamo nell'anima" gli dicevano. "Fareste meglio a tacere" brontolava il vecchio. Poco alla volta, le sue idee maligne e tristi influenzarono il mondo. Dal suo angolo  squallido, dove non crescevano fiori e non cantavano uccelli, Pessimismo (perché questo era il nome del vecchio malvagio) faceva giungere un vento gelido sulla bontà, l'amore, la generosità che, investite da quel soffio mortifero, appassivano e seccavano.Tutto questo dispiacque molto al  Signore, che decise di rimediare. Chiamò un bambino

 e gli disse: "Va' a dare un bacio a quel povero vecchio". Il bambino obbedì. Circondò con le sue braccia tenere e paffute il collo del vecchio e gli stampòun bacio umido e rumoroso sulla faccia rugosa. Per la prima
volta il vecchio si stupì. I suoi occhi torbidi divennero di colpo limpidi. Perché nessuno lo aveva mai baciato.  Così aperse gli occhi alla vita e poi morì, sorridendo.
A volte, davvero, basta un bacio. Un "Ti vogliobene", anche solo sussurrato. Un timido "Grazie". Un apprezzamento sincero. E' così facile far felice un altro. Allora, perché non lo facciamo?
Bruno Ferrero

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