venerdì 26 agosto 2022

Albert Sabin.




è stato un medico e virologo polacco naturalizzato statunitense, famoso per aver sviluppato il più diffuso vaccino contro la poliomielite.
Di religione ebraica, nacque nel ghetto di Białystok, una città polacca che all'epoca faceva parte dell'Impero russo, ed emigrò negli Stati Uniti nel 1921 con la sua famiglia, dove, nel 1930, acquisì la cittadinanza statunitense, variando completamente il proprio nome e cognome. Il padre Jacob, un artigiano, decise di lasciare la Polonia anche perché il clima verso gli ebrei era diventato molto ostile, e lo stesso Albert aveva fatto le spese di questo clima; sin dalla nascita Sabin non vedeva dall'occhio destro, e quando era ancora piccolo un coetaneo gli scagliò contro una pietra che per poco non colpì in pieno l'occhio sano, rischiando di accecarlo. La famiglia Sabin si stabilì a Paterson, nel New Jersey Un loro ricco parente si offrì di pagare gli studi in medicina al giovane Albert, in modo che poi egli potesse collaborare con lui nel suo studio di dentista: così, a 20 anni, Sabin era uno studente modello di odontoiatria alla New York University. Un giorno però lesse il libro "I cacciatori di microbi" (di Paul de Kruif), e ne rimase affascinato e decise che avrebbe dedicato la sua vita a quello. L'entusiasmo lo portò così a cambiare studi: passò alla facoltà di medicina (sempre a New York), frequentando con passione e successo i corsi di microbiologia. Intanto coltivava la sua passione anche al di fuori dell'università, raccogliendo microbi dovunque capitasse (stagni, polvere, cassonetti della spazzatura). Nel 1931 concluse gli studi conseguendo la laurea in medicina: andò a lavorare presso l'università di Cincinnati, in Ohio, dove sarebbe rimasto 30 anni; dal 1946 venne nominato come capo della ricerca pediatrica. Qui, in qualità di assistente del dottor William Hallock Park (celebre per i suoi studi sul vaccino per la difterite), sviluppò ulteriormente il suo interesse per la ricerca medica, in modo particolare nel campo delle malattie infettive. Park divenne mentore del giovane e promettente Sabin, e gli trovò pure una borsa di studio quando il parente dentista si rifiutò di continuare a pagargli gli studi. I suoi studi sulle malattie infettive dell'infanzia lo portarono a fare ricerche su quelle provocate da virus e in particolare sulla poliomielite (o "polio"), che a quei tempi mieteva migliaia di vittime, in particolare su bambini a partire dal secondo anno di vita. La scelta di dedicarsi a questa patologia è comunque da attribuirsi al dottor Park, che, in seguito a un'epidemia di poliomielite a New York convinse il suo giovane microbiologo a riprendere le ricerche su quella malattia (che Sabin aveva già, anche se non approfonditamente, studiato in precedenza). La poliomielite, una volta detta "paralisi infantile" o più comunemente "polio", è una malattia virale acuta, altamente contagiosa, con manifestazioni diverse, le più gravi di tipo neurologico irreversibile. Si poteva manifestare in vari modi, di solito il malato era preso da improvvisi attacchi di febbre, seguita dalla paralisi irrimediabile di una parte del corpo, dovuta all'attacco da parte del virus (poliovirus) delle fibre nervose del midollo spinale. Negli Stati Uniti d'America questa malattia aveva ucciso o paralizzato migliaia di cittadini. La lotta alla polio non era comunque nuova negli ambienti di ricerca medica, e durava ormai da parecchi anni: nel 1934 due studiosi statunitensi, Brodie e Kolmer, annunciarono la scoperta di un vaccino efficace contro la poliomielite; quando però si procedette alla somministrazione dello stesso, ci furono molte morti. Questo terribile fallimento fece sì che venisse ordinata la sospensione di qualsiasi ricerca ufficiale sul vaccino antipolio, sebbene ufficiosamente molti laboratori continuassero nelle ricerche. Il 3 gennaio 1938, con un appello sui quotidiani, Franklin Delano Roosevelt, allora presidente degli Stati Uniti, colpito da una paralisi che in quel momento fu diagnosticata come dovuta a poliomielite (mentre in seguito ci furono riserve sulla correttezza di questa diagnosi) creò la National Foundation for Infantile Paralysis (NFIP), il cui scopo era la raccolta di ulteriori fondi per la lotta contro la poliomielite, per accelerare la ricerca di un vaccino e l'aiuto ai malati. In seguito l'opera caritatevole delle NFIP prese il nome di "marcia delle monetine" (March of Dimes): il 20 gennaio di ogni anno (in occasione del compleanno di Roosevelt) tutti i cittadini statunitensi erano invitati a versare un dieci centesimi (un "dime", decino, è la moneta da 10 centesimi di dollaro) per combattere la polio. La campagna si avvalse di numerose collaborazioni di celebrità di quel tempo. In questo modo furono raccolti milioni di dollari e la NFIP poté così finanziare ulteriormente le ricerche per un vaccino efficace e sicuro. Nel 1939 Sabin annunciò alla comunità scientifica la sua prima e importantissima scoperta sulla natura del virus poliomielitico (che attaccava le fibre nervose): dimostrò infatti, contrariamente a quanto creduto fino ad allora, che la sede prediletta di tale virus era l'intestino. Si trattava quindi di un virus enterico e non respiratorio, e la conoscenza del "terreno" dove si sviluppava era un dato fondamentale per la ricerca di un farmaco che lo debellasse.Mentre Sabin proseguiva con le sue ricerche in Europa scoppiò la seconda guerra mondiale, durante la quale egli perderà anche due nipotine (che non conobbe mai), Amy e Deborah, uccise dalle SS tedesche a Białystok. Quando anche gli Stati Uniti entrarono in guerra Sabin lasciò Cincinnati per entrare nell'esercito: sbarcò prima in Sicilia e successivamente a Okinawa (Giappone), dove installò un laboratorio da campo. Nel 1947 Sabin, di stanza a Berlino, assistette, mentre si occupava dell'ospedale militare, a una terribile epidemia di polio che colpì moltissimi bambini della semidistrutta ex capitale del Terzo Reich. Tornato negli Stati Uniti d'America Sabin riprese le sue ricerche: per condurre in modo migliore gli esperimenti si dotò di un colossale laboratorio, con 10 000 topi e 160 scimpanzé. Nel 1949, grazie allo stanziamento di 1370000 $ la NFIP poté varare uno studio multicentrico in varie università statunitensi (compresa quella di Cincinnati, dove lavorava Sabin), mettendo a disposizione dei laboratori decine di migliaia di scimmie. Nel frattempo le epidemie di polio nel mondo aumentarono: in particolare in Europa si ebbe la terribile epidemia di Copenaghen (1952) mentre negli USA si verificarono decine di migliaia di casi. Nel 1953, al Children Hospital di Cincinnati, Sabin, dopo lunghi e faticosi esperimenti su reni di scimmia, aveva finalizzato le ricerche per la messa a punto di una sospensione di virus attenuati. Il vaccino di Sabin, sviluppato in concorrenza a quello dell'immunologo Hilary Koprowski, consisteva nello stesso virus della polio, ma appunto "attenuato", cioè privato della capacità di provocare la paralisi delle fibre nervose. L'organismo in cui veniva immesso il virus attenuato, di fronte a questa minaccia, produceva allora gli anticorpi adatti.  Sabin iniziò allora a testare il vaccino sull'uomo: prima su se stesso, poi su due suoi collaboratori: il dottor Ramos Alvarez (un medico messicano suo assistente), e un tecnico afroamericano che lavorava nel suo laboratorio. I primi esperimenti su vasta scala Sabin li potrà effettuare tra alcuni giovani carcerati che si erano offerti volontari. Infatti lo scienziato polacco aveva ottenuto, dopo lunghe esitazioni, di poter cercare dei volontari tra i detenuti delle prigioni federali di Chillichote (in Ohio): ne troverà centinaia. Questi primi controlli e i successivi ebbero esito positivo, si passò così ai bambini, e le prime furono proprio le due figlie di Sabin, Amy (5 anni) e Deborah (7 anni), chiamate così in ricordo delle nipotine trucidate dalle SS. Dopo un'ulteriore lunga serie di prove del vaccino, Sabin presentò alla Commissione per l'immunizzazione del NFIP i risultati delle esperienze condotte sulle scimmie e gli scimpanzé del suo laboratorio, e poi su un totale di 242 persone. Nel 1953, al Children Hospital di Cincinnati, Sabin, dopo lunghi e faticosi esperimenti su reni di scimmia, aveva finalizzato le ricerche per la messa a punto di una sospensione di virus attenuati. Il vaccino di Sabin, sviluppato in concorrenza a quello dell'immunologo Hilary Koprowski, consisteva nello stesso virus della polio, ma appunto "attenuato", cioè privato della capacità di provocare la paralisi delle fibre nervose. L'organismo in cui veniva immesso il virus attenuato, di fronte a questa minaccia, produceva allora gli anticorpi adatti. Sabin iniziò allora a testare il vaccino sull'uomo: prima su se stesso, poi su due suoi collaboratori: il dottor Ramos Alvarez (un medico messicano suo assistente), e un tecnico afroamericano che lavorava nel suo laboratorio. I primi esperimenti su vasta scala Sabin li potrà effettuare tra alcuni giovani carcerati che si erano offerti volontari. Infatti lo scienziato polacco aveva ottenuto, dopo lunghe esitazioni, di poter cercare dei volontari tra i detenuti delle prigioni federali di Chillichote (in Ohio): ne troverà centinaia. Dopo un'ulteriore lunga serie di prove del vaccino, Sabin presentò alla Commissione per l'immunizzazione del NFIP i risultati delle esperienze condotte sulle scimmie e gli scimpanzé del suo laboratorio, e poi su un totale di 242 persone. Gli studi di Sabin non furono comunque vani. L'Unione Sovietica infatti, assieme ad altri paesi dell'est europeo, richiese a Sabin di sperimentare il suo vaccino sulle loro popolazioni: furono queste vaccinazioni che resero celebre il vaccino Sabin.[2] La prima nazione a produrre tale vaccino su scala industriale fu la Cecoslovacchia, seguita dalla Polonia, vaste zone dell'Unione Sovietica, la Repubblica Democratica Tedesca e la Jugoslavia. Anche a Singapore vennero sottoposti a vaccinazione 200.000 bambini. Dal 1959 al 1961 furono vaccinati milioni di bambini dei paesi dell'Est, dell'Asia e dell'Europa; il vaccino anti-polio di Sabin fu autorizzato in Italia nel 1963 e reso obbligatorio nel 1966, provocando la scomparsa della malattia dal paese, come in tutti gli altri dove è stato reso obbligatorio.Visti i sensazionali risultati furono prodotti e immessi sul mercato notevoli quantitativi del vaccino Sabin "orale monovalente" contro il poliovirus tipo I. Successivamente vennero messi in vendita sia il vaccino orale di tipo II (OPV - Oral Polio Vaccine) sia quello trivalente (TOPV), valido contro tutti e tre i tipi di poliovirus. Il crescente successo del vaccino Sabin, assieme all'assenza di pericoli che garantiva e alla più facile somministrazione rispetto a quello Salk fece sì che anche gli Stati Uniti d'America adottassero, seppure con ritardo, tale vaccino. Le dispute sul conto di Sabin e del suo vaccino vennero meno: tra il 1962 e il 1963 il farmaco assunse grande autorevolezza in tutto il mondo, mentre crebbe la riconoscenza scientifica verso lo scienziato polacco. Con la zolletta di zucchero inzuppata di vaccino Sabin si vaccinarono centinaia di milioni di bambini in tutto il mondo.Dal 1969 al 1972 Sabin fu presidente del Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele. Dopo essere andato in pensione, pur dichiarandosi ufficialmente ritirato dall'attività, si dedicò ancora ad importanti studi immunologici per sconfiggere i tumori, il morbillo e la leucemia. Sabin non brevettò la sua invenzione, rinunciando allo sfruttamento commerciale da parte delle industrie farmaceutiche, affinché il suo prezzo contenuto garantisse una più vasta diffusione della cura:

«Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo»

Dalla realizzazione del suo diffusissimo vaccino anti-polio Sabin non guadagnò quindi un solo dollaro, continuando a vivere con il suo stipendio di professore universitario. Inoltre, durante gli anni della Guerra fredda, Sabin donò gratuitamente i suoi ceppi virali allo scienziato sovietico Michail Čumakov, in modo da permettere lo sviluppo del suo vaccino anche in Unione Sovietica. Anche in questo caso Sabin andò oltre le questioni politiche per un bene superiore. Sabin si sposò tre volte: la prima moglie Sylvia Tregillus che sposò nel 1935, da cui avrà le due figlie Amy e Deborah (chiamate così in ricordo delle due nipotine uccise dalle SS), morì suicida trangugiando barbiturici trent'anni dopo il matrimonio, nel 1966. La seconda moglie fu Jane Warner che sposò nel 1967 e da cui si separò nel 1971. La terza, Heloisa Dunshee de Abranches, conosciuta in Brasile durante gli studi contro gli orecchioni, che sposò nel 1972, è morta a 98 anni il 12 ottobre 2016. Attualmente ha eredi in Italia, suddivisi tra Milano, Biella e Bologna.  Sabin, sebbene non abbia mai ricevuto il premio Nobel per le sue scoperte mediche, ricevette nel corso della sua lunga carriera 40 lauree honoris causa, da parte di università di tutto il mondo, oltre al Premio Internazionale Feltrinelli dell'Accademia Nazionale dei Lincei, nel 1964, e alla Medaglia Nazionale per la Scienza, nel 1970. Ad Albert Sabin sono intitolate varie istituzioni educative nel mondo. In Italia gli fu intitolata una scuola elementare torinese già nel 1964; gli è intitolata anche la scuola media di Milano 2, Segrate (MI),e l'ultimo liceo scientifico storico, il 'quarto liceo', di Bologna.

 

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