sabato 13 agosto 2022

Armando Mazza

 


è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano. Protagonista della prima stagione del Futurismo, fu apprezzato poeta parolibero, poi giornalista, e ancora poeta di intenso lirismo negli anni tardi.Armando nasce  da Salvatore, ingegnere edile, e da Marianna De Francisco, di famiglia nobile.Studi classici e incontri con artisti e scrittori sono alla base della formazione palermitana; musica, poesia e teatro sono i piaceri intellettuali a cui Mazza unisce l’attività atletica. Uno scritto del poeta e saggista Salvatore Cutino ricostruisce l’ambiente palermitano: «Lo conobbi nei primi albori del Novecento e, per essere preciso, nel 1901. Entrambi appartenevamo al Cenacolo del Caffè Palermo, ove convenivano artisti e scrittori di tutte le età e di diverse stature culturali, alcuni dei quali erano già noti, come nel caso del filosofo Antonio Consentino... Fra gli artisti di quel notevole gruppo mi piace citare Francesco Versaci e Nino Brusca, il primo scultore geniale e il secondo pittore valorosissimo...Mazza sente crescere nelle vene «un sangue di rivoltoso» e nei moti socialisti dei Fasci Siciliani vede «la legittima redenzione della gleba». Nel 1902 interrompe gli studi classici, «incompatibili col suo temperamento esuberante», e si allontana dalla Sicilia e dagli isolani, amati per «il gusto cordiale della socievolezza, la dedizione alla fedeltà», ma troppo animosi e insieme conformisti per «ancestrali paure». La «sete di nuovi orizzonti» lo porta prima a Milano, dove frequenta il Corso di recitazione dell’Accademia dei Filodrammatici, quindi, appena ventenne, a Roma, dove recita, con voce educata «fremente di giovinezza e di passione», in ritrovi di intellettuali e cenacoli di amici (nel “cenacolo della soffitta”, in via Principe Amedeo, si ritrovano, con Armando Mazza, Giuseppe e Rosario Altomonte, Pietro Sgabelloni, Archimede Longo e il giovanissimo Auro D'Alba). A Roma, stringe amicizia con Sergio Corazzini, Libero Altomare, Luciano Folgore, Umberto Boccioni e Mario Sironi.Negli anni del dopoguerra riprende a scrivere versi in uno stato d’animo angosciato: «Siamo stati investiti, senza soccombere, dall’uragano dell’ignavia e della mediocrità».Le liriche (meglio «sequenze ritmiche»), percorse da un sentimento di nostalgia accorata, sono rievocazioni e visioni di figure ed episodi dell’infanzia e dell’adolescenza nel contesto siciliano carico di luce e di colori, di figure incontrate ed amate nella giovinezza e nella maturità. È anche l’abbandono delle innovazioni parolibere e della scrittura “visuale” per un ritorno all’ordine formale, in un diverso contesto storico. «Il suo eloquio è tutto un gemere di tortore, / è scandito come un salmo». Si susseguono sillabazioni «intrise di placidezza serena». Sofferente di cuore, Armando Mazza morì a Milano, il 19 gennaio 1964, nel suo appartamento milanese di Corso Plebisciti: aveva lungamente preparato per le stampe l'opera dal titolo Spirito e Sangue pubblicata postuma nel dicembre 2017. La sua morte fu annunciata dal Corriere della Sera. Nei giorni e nei mesi successivi tutte le testate delle città in cui Mazza ha avuto presenza attiva dedicarono pagine al ricordo dell'uomo, del poeta e del giornalista. È sepolto dal 1978 nella cappella gentilizia di Santo Spirito a Palermo

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