è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano. Protagonista della prima stagione del Futurismo,
fu apprezzato poeta parolibero, poi giornalista, e ancora poeta di
intenso lirismo negli anni tardi.Armando nasce da Salvatore, ingegnere
edile, e da Marianna De Francisco, di famiglia nobile.Studi classici
e incontri con artisti e scrittori sono alla base della formazione
palermitana; musica, poesia e teatro sono i piaceri intellettuali a cui
Mazza unisce l’attività atletica. Uno scritto del poeta e saggista
Salvatore Cutino ricostruisce l’ambiente palermitano: «Lo conobbi nei
primi albori del Novecento e, per essere preciso, nel 1901.
Entrambi appartenevamo al Cenacolo del Caffè Palermo, ove convenivano
artisti e scrittori di tutte le età e di diverse stature culturali,
alcuni dei quali erano già noti, come nel caso del filosofo Antonio
Consentino... Fra gli artisti di quel notevole gruppo mi piace citare
Francesco Versaci e Nino Brusca, il primo scultore geniale e il secondo
pittore valorosissimo...Mazza sente crescere nelle vene «un sangue di
rivoltoso» e nei moti socialisti dei Fasci Siciliani vede «la legittima redenzione della gleba». Nel 1902 interrompe gli studi classici, «incompatibili col suo temperamento esuberante», e si allontana dalla Sicilia
e dagli isolani, amati per «il gusto cordiale della socievolezza, la
dedizione alla fedeltà», ma troppo animosi e insieme conformisti per
«ancestrali paure». La «sete di nuovi orizzonti» lo porta prima a Milano, dove frequenta il Corso di recitazione dell’Accademia dei Filodrammatici, quindi, appena ventenne, a Roma,
dove recita, con voce educata «fremente di giovinezza e di passione»,
in ritrovi di intellettuali e cenacoli di amici (nel “cenacolo della
soffitta”, in via Principe Amedeo, si ritrovano, con Armando Mazza,
Giuseppe e Rosario Altomonte, Pietro Sgabelloni, Archimede Longo e il
giovanissimo Auro D'Alba). A Roma, stringe amicizia con Sergio Corazzini, Libero Altomare, Luciano Folgore, Umberto Boccioni e Mario Sironi.Negli
anni del dopoguerra riprende a scrivere versi in uno stato d’animo
angosciato: «Siamo stati investiti, senza soccombere, dall’uragano
dell’ignavia e della mediocrità».Le liriche (meglio «sequenze
ritmiche»), percorse da un sentimento di nostalgia accorata, sono
rievocazioni e visioni di figure ed episodi dell’infanzia e
dell’adolescenza nel contesto siciliano carico di luce e di colori, di
figure incontrate ed amate nella giovinezza e nella maturità. È anche
l’abbandono delle innovazioni parolibere e della scrittura “visuale”
per un ritorno all’ordine formale, in un diverso contesto storico. «Il
suo eloquio è tutto un gemere di tortore, / è scandito come un salmo».
Si susseguono sillabazioni «intrise di placidezza serena». Sofferente
di cuore, Armando Mazza morì a Milano, il 19 gennaio 1964, nel suo appartamento milanese di Corso Plebisciti: aveva lungamente preparato per le stampe l'opera dal titolo Spirito e Sangue pubblicata postuma nel dicembre 2017. La sua morte fu annunciata dal Corriere della Sera.
Nei giorni e nei mesi successivi tutte le testate delle città in cui
Mazza ha avuto presenza attiva dedicarono pagine al ricordo dell'uomo,
del poeta e del giornalista. È sepolto dal 1978 nella cappella gentilizia di Santo Spirito a Palermo
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