DIO AMORE.
Del mio Diletto, ed era — ah! la tremante
3Lingua osa dirlo appena — era il Signore!
Il Signor che di gloria sfavillante
Regna ne’ cieli, e sua delizia è pure
6Il picciol uomo in questa valle errante!
Ed attonite il mirano le pure
Intelligenze scendere ammantato
9A questo erede di colpe e sciagure,
Ed il povero verme lacerato
Sanar colle sue mani, e a tutti i mondi
12Ridir sua gioia, se da tale è amato.
Io lo vidi per baratri profondi
Movermi incontro, e gridar dolcemente:
15»Perchè cotanto al mio desìo t’ascondi?»
E più e più appressavasi, e ridente
Più e più del suo viso era il fulgore,
18E n’arsi ed arderonne eternamente.
Amo, e sovra il cor mio palpitò il core
Del mio Diletto, ed era — ah sì! il proclamo
21All’universo in faccia — era il Signore!
Io lo vidi, il conobbi, ei m’ama, io l’amo!
Silvio Pellico
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