Vescovo
Chteauneuf-sur-Lers, Delfinato (Francia), 1053 - Grenoble, 1 aprile 1132
Etimologia: Ugo = spirito perspicace, dal tedesco
Emblema: Bastone pastorale
Un
vescovo precocissimo: è stato consacrato a soli 27 anni, e messo a capo
della diocesi di Grenoble. Ma è anche un vescovo recalcitrante, che
appena due anni dopo si dimette, e va a fare il monaco senza gradi in
una comunità benedettina. Però chi l’ha messo in cattedra a Grenoble
non è disposto a tollerare abbandoni, neppure per umiltà. E’ il Papa che
vuole liberare la Chiesa da ignoranza, avidità e scostumatezza sempre
più sfacciate, e che per arrivarci è pronto allo scontro con tutti:
dignitari laici ed ecclesiastici, prìncipi, re e imperatori. E'
Gregorio VII, insomma: perciò Ugo, a un suo ordine, se ne ritorna a
Grenoble e riprende le sue responsabilità episcopali. Ripulisce,
corregge, allontana gente indegna. E soprattutto insegna, per
sconfiggere l’ignoranza. Lui da giovane ha studiato a Valence e a
Reims, e tra i professori ha avuto anche Bruno di Colonia, il
dottissimo e severo Bruno, che contribuirà alla cacciata del suo
vescovo perché si è comprata la cattedra. Papa Gregorio è ora contento
di Ugo: nella sua diocesi la riforma cammina. Ed
ecco capitare a Grenoble appunto Bruno di Colonia, con un gruppetto
di compagni. L’antico professore, dopo un periodo di vita monastica a
Molesme, se n’è andato perché ha in mente un progetto nuovo di
comunità, che è insieme cenobio ed eremo, vita comune e solitudine,
sempre sui due pilastri della preghiera e del lavoro. Il vescovo Ugo è
prontissimo ad aiutarlo, e nella zona montuosa detta Cartusia
(Chartreuse, in francese) gli assegna il territorio sul quale sorgerà
poi la Grande Chartreuse, luogo di nascita degli operosissimi monaci
chiamati subito Certosini: una forza nuova per la rigenerazione della
Chiesa. Il vescovo Ugo serve i successori di Gregorio VII con tutta la
sua energia, stimolando vivacemente anche l’opera dei monaci di Cluny,
in Francia e poi in tutta Europa. Ma rimpiangendo al tempo stesso la
vita monastica, durante i pontificati (alcuni brevissimi) di Vittore
III, Urbano II, Pasquale II, Gelasio II e Callisto II. Giunto al suo
sesto Papa – Onorio II, di Imola – gli chiede formalmente di essere
dispensato dall’incarico di vescovo, con una motivazione che sembra
ineccepibile: "Ho superato i settant’anni, sono malato, e qui ci
vogliono energie nuove". Papa
Onorio non ha la grinta di Gregorio VII. Ma conosce bene Ugo e sa che
cosa rappresenta per il suo popolo e per la Chiesa di Francia. Così,
gli risponde con una lettera che sostanzialmente dice: so dei tuoi anni
e delle malattie; ma preferisco te malconcio a chiunque altro, anche
giovane e robusto. Così Ugo guida la diocesi anche per tutto il
pontificato di Onorio. E prima di morire, dopo 52 anni di episcopato,
vedrà salire in cattedra un altro Papa ancora: il romano Innocenzo II.
Autore: Domenico Agasso
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