lunedì 10 gennaio 2022

Turi Ferro

 



Salvatore Ferro, detto Turi
(Catania, 10 gennaio 1921Sant'Agata li Battiati, 11 maggio 2001),
è stato un attore italiano di teatro e cinema.

Turi comincia a recitare giovanissimo al teatro Coppola di Catania, nella compagnia Brigata d'arte filodrammatica, diretta dal padre Guglielmo Ferro. Appare nei primi spettacoli teatrali a livello professionale nel 1948, insieme alla moglie Ida Carrara sposata nel 1951. I due reciteranno nella Compagnia Rosso di San Secondo di Roma. All'inizio degli anni cinquanta interpreta a teatro molte opere di Luigi Pirandello, portando in palcoscenico (nella parte del mago Cotrone) I giganti della montagna, opera incompiuta dello scrittore siciliano, messa in scena da Giorgio Strehler già nel 1947. Nel 1957 crea con la moglie L'Ente Teatrale Sicilia, unendo alcuni dei migliori attori teatrali regionali quali Michele Abruzzo, Rosina Anselmi e Umberto Spadaro ma non, con suo rammarico, Salvo Randone. Nel 1958 fonda il Teatro Stabile di Catania insieme a Michele Abruzzo e Umberto Spadaro. Diviene quindi famoso soprattutto in ambito teatrale, come uno dei maggiori interpreti delle opere di Pirandello e Verga. L'esordio è con Malia di Luigi Capuana. Porta quindi in scena Il fu Mattia Pascal, Liolà, Uno, nessuno e centomila, Questa sera si recita a soggetto, Come tu mi vuoi, Pensaci, Giacomino!, Così è (se vi pare), Sei personaggi in cerca d'autore, e numerose novelle di Pirandello quindi La lupa e il Mastro-don Gesualdo di Giovanni Verga. Continua con un altro grande drammaturgo e narratore italiano, Leonardo Sciascia, portandone in scena praticamente tutte le opere più note, come Gli zii di Sicilia, Candido, La corda pazza, Le parrocchie di Regalpetra, Nero su nero, Il giorno della civetta, Todo modo e altri ancora. Attore ecclettico, non si limita però al teatro siciliano. Nel 1965 viene chiamato dal regista Luigi Squarzina per interpretare l'opera teatrale La grande speranza, scritto da Carlo Marcello Rietmann. Tra le numerose produzioni, vale la pena ricordare quella di Roberto Rossellini al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1962, dalla quale Jean-Luc Godard trasse la propria versione cinematografica (Les Carabiniers, 1963). Tra le altre interpretazioni ricordiamo Il sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo. Nel cinema ha recitato in oltre trenta film, tra cui Tu ridi e Malizia. Avrebbe dovuto interpretare Geppetto nel film Pinocchio del 2002 di Roberto Benigni, che dopo la sua scomparsa l'ha ricordato con queste parole: «Candido, tragico, umile e alto. Era il Geppetto dei miei sogni. Continuerò a sognarlo. Era un attore di stratosferica bellezza. Il suo volto poteva abitare con la medesima forza paesaggi reali e luoghi fiabeschi. C'eravamo incontrati per cominciare insieme, appunto, un viaggio nella più bella favola del mondo.» Continuerà a recitare praticamente fino alla morte in grandi opere teatrali, sempre raccontando in diversi modi la sua amata Sicilia. L'ultima apparizione è ne La Cattura ancora una volta accanto alla moglie. Visse per molto tempo a San Giovanni la Punta e successivamente a Sant'Agata li Battiati, un comune vicino a Catania dove morì per infarto a 80 anni e dove è sepolto. Nel 2021 la scrittrice Silvana Grasso ha ricordato per il centenario della nascita che Turi Ferro ricevette dalla Repubblica Italiana le onorificenze di Cavaliere, Commendatore, Grande Ufficiale da tre differenti presidenti della Repubblica (Gronchi, Pertini, Scalfaro), benemerenze riconosciute e mai rivelate pubblicamente dallo stesso attore.

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