Stefano Vanzina
(Arona, 19 gennaio 1917 – Roma, 13 marzo 1988),
è stato un regista, sceneggiatore e vignettista italiano.
Figlio di Alberto Vanzina, un giornalista piemontese del Corriere della Sera emigrato molto giovane in Argentina per fondare un giornale italiano, e di Giulia Boggio, una ragazza conosciuta dal padre sul transatlantico in uno dei suoi viaggi. A soli tre anni rimase orfano del padre con la famiglia che versava in gravi difficoltà economiche. Completò gli studi liceali e si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza non terminando gli studi universitari. Diplomatosi scenografo all'Accademia di Belle Arti, entrò, verso la metà degli anni trenta, al Centro sperimentale di cinematografia e iniziò a disegnare caricature, vignette e articoli umoristici adottando lo pseudonimo di Steno (che utilizzerà anche al cinema tranne in due occasioni nelle quali si firmò col suo vero nome) in omaggio ai romanzi di Flavia Steno, dapprima alla Tribuna Illustrata, quindi entrando nella redazione del celebre giornale umoristico Marc'Aurelio, fucina di nomi in seguito importanti come Marcello Marchesi e Federico Fellini, dove rimase per cinque anni, scrivendo nel medesimo tempo anche copioni radiofonici e testi per il teatro di avanspettacolo. Da lì le porte del cinema si aprirono grazie a Mario Mattoli, che lo vuole come sceneggiatore, gagman e spesso aiuto regista in molti suoi film, scrivendo copioni anche per Simonelli, Bragaglia, Freda e Borghesio, oltre ad apparire come attore in due film. Nel 1949, con Al diavolo la celebrità fece il suo esordio alla regia dirigendo otto film in collaborazione con Mario Monicelli, già suo compagno di sceneggiature sin dall'immediato dopoguerra. A partire dal 1952, con Totò a colori firmò da solo le sue pellicole. Nei trenta anni seguenti, specializzatosi nel prediletto cinema comico, diresse un grande numero di film che ottennero spesso grandi successi con attori cari al grande pubblico, tra i quali quelli più grandi, Totò e Alberto Sordi, ma anche Aldo Fabrizi, Renato Rascel, le coppie Tognazzi-Vianello e Franchi-Ingrassia, Johnny Dorelli, Bud Spencer, Lando Buzzanca, Gigi Proietti, Enrico Montesano, Renato Pozzetto, Paolo Villaggio e Diego Abatantuono, nonché attrici celebri quali Marisa Allasio, Sylva Koscina, Edwige Fenech, Ornella Muti, Monica Vitti, Mariangela Melato e tante altre. I titoli dei film da lui diretti hanno segnato un'epoca. Regista ironico e, a volte, dissacrante, subì nel 1954 anche una disavventura censoria con la commedia "galante" Le avventure di Giacomo Casanova, ritirata dagli schermi e rimessa in circolazione dopo numerosi tagli. Una versione restaurata di questa pellicola è stata presentata in una sezione collaterale della 62ª Mostra del Cinema di Venezia. Negli anni settanta e ottanta ottenne ancora consensi con il notevole La polizia ringrazia, interpretato da Enrico Maria Salerno e capostipite della serie definita "poliziottesca", e dirigendo Bud Spencer nei quattro film della serie di "Piedone" e nei sei film per la televisione della serie Big Man lasciati incompiuti a causa della sua improvvisa scomparsa dovuta ad un ictus cerebrale. Il suo ultimo lavoro per il grande schermo fu Animali metropolitani un film uscito postumo che non riscosse particolari consensi e venne giudicato un ritratto pessimista per la visione negativa che aveva dell'essere umano del futuro. Nel 1993 Sellerio ha pubblicato Sotto le stelle del 44, diario che Steno ha tenuto durante la guerra. Il volume è stato rieditato nel 2017 da Rubettino. È sepolto nel Cimitero Flaminio di Roma. Sposato con Maria Teresa Nati, ebbe da lei due figli entrati con successo nel mondo del cinema: i fratelli Vanzina, Enrico come sceneggiatore, Carlo come regista e produttore. Come ricordato più volte dal figlio Enrico (ad esempio in Una famiglia italiana), Steno era politicamente simpatizzante liberale.
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