Vescovo
León (Spagna), 16 novembre 1538 - Saña (Perú), 23 marzo 1606
Patronato: Vescovi Missionari
Aveva studiato diritto canonico, ma era rimasto laico. Così, quando papa Gregorio XIII lo ha voluto vescovo, gli hanno dovuto conferire in un colpo solo tutti gli ordini fino al sacerdozio. Dopodiché, nell’agosto 1580 ha ricevuto la consacrazione episcopale e nella primavera del 1581 ha raggiunto la sua sede: Ciudad de Los Reyes, chiamata poi Lima, oggi capitale del Perú. Allora vi risiedeva un viceré spagnolo con autorità su un territorio vastissimo, ben oltre gli attuali confini peruviani. Turibio viene dalla nobile famiglia dei Mogrovejo, ed è noto per la rettitudine e il senso del dovere: re Filippo II di Spagna lo stima molto, è lieto di averlo a Lima come vescovo; ma non è lieto lui per quello che trova in quell’America meridionale, da meno di cinquant’anni sotto dominio spagnolo. Qui Filippo II, nella persona del suo viceré, comanda ben poco: sono i conquistadores a comandare veramente. Fanno quello che vogliono. E naturalmente si proclamano cristiani: anzi, propagatori della fede: e infatti ci sono moltissimi indios e meticci già battezzati, e anche i primi schiavi neri portati dall’Africa. Ma sono stati cristianizzati con la violenza, usando pure i precetti religiosi per tenerli sottomessi e poveri. Turibio aveva accettato con poco entusiasmo la dignità vescovile. Ma la scoperta di questa situazione gli dà la carica e la passione per una battaglia che durerà fino alla morte. I suoi 25 anni di episcopato sono occupati da successive visite pastorali, da concili locali e sinodi diocesani per migliorare innanzitutto la qualità del clero. È severissimo con i preti succubi dei conquistadores, e sul proprio esempio va formando un clero nuovo. Ha imparato la lingua locale per parlare direttamente con questa gente denutrita e umiliata, e la “rievangelizza” partendo dal rispetto della sua dignità, anche nelle forme: per ordine suo, i sacerdoti devono esortare e aiutare gli indios a mangiare sedendo a tavola, a dormire in un letto, a vivere da persone libere. Tutto questo gli procura l’avversione dei conquistadores; e persino il viceré ce l’ha con lui, perché è sempre in visita pastorale e non lo si vede mai alle cerimonie di corte. Ma gli indios amano questo vescovo che rifiuta di viaggiare in portantina e cammina con loro. Fa pubblicare catechismi e libri di preghiere nelle lingue locali, fonda il primo seminario delle Americhe a Lima, intraprende la terza visita pastorale e si ammala nel Nord del Perú. Non vuole interrompere il viaggio e muore a Saña, ascoltando il canto dei salmi il Giovedì santo. Benedetto XIII lo canonizzerà nel 1726.
Autore: Domenico Agasso
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