mercoledì 7 settembre 2022

La leggenda della vite🍇



Un’antica leggenda calabrese racconta che una volta la vite era una bellissima pianta dal fogliame verde e rigoglioso, che però non dava frutto. Un giorno un contadino, preoccupato che la vite facesse troppa ombra alle altre piante, cominciò a tagliarla con furia, lasciandone solo pochi rami spogli.
La vite si mise a piangere disperatamente, non aveva fatto niente di male per subire un trattamento del genere e senza le sue foglie non aveva più ragione di vivere. Un piccolo usignolo, che al tramonto si rifugiava sempre tra le sue fronde, sentì i suoi singhiozzi e la consolò dicendole: «Non piangere più, stanotte canterò per te così tutti sapranno quello che ti è successo».
Al calar del sole, l’usignolo si posò sui poveri rami monchi e lasciò che un canto soave sgorgasse dalla sua tenera ugola. Così fece per dieci notti di seguito finchè l’amore di quel canto arrivò fino al cielo e fu sentito dalle stelle che commosse, si affacciarono sulla terra per guardare la povera pianta mortificata dalla mano dell’uomo e il piccolo uccellino suo amico.
Le stelle piansero e le loro lacrime toccarono la vite, che improvvisamente si sentì fremere in ogni sua fibra e rinvigorita. I nodi dei suoi rami si gonfiarono, le gemme si dischiusero e spuntarono nuovi pampini e verdi viticci che avvolsero come in una carezza le zampette dell’usignolo.
Tutte le lacrime versate si trasformarono in piccoli succosi frutti che al sorgere del sole già pendevano dai rami a grappoli, dorati per la prima luce dell’alba.
L’umile usignolo volò via, promettendo di tornare al tramonto come sempre, e la vite guardandosi si accorse di aver ritrovato il suo antico aspetto ma di non essere più una sterile pianta: dai suoi rami spuntava l’uva, il frutto che possiede la forza delle stelle, la dolcezza del canto dell’usignolo e la luce delle notti d’estate.
Annamaria Persico

 

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