mercoledì 19 febbraio 2020

Alta è la notte



Alta è la notte, ed in profonda calma
dorme il mondo sepolto, e in un con esso
par la procella del mio cor sopita.
Io balzo fuori delle piume, e guardo;
e traverso alle nubi, che del vento
squarcia e sospinge l'iracondo soffio,
veggo del ciel per gl'interrotti campi
qua e là deserte scintillar le stelle.
Oh vaghe stelle! e voi cadrete adunque,
e verrà tempo che da voi l'Eterno
ritiri il guardo e tanti soli estingua?
E tu pur anche coll'infranto carro
rovesciato cadrai, tardo Boote,
tu degli artici lumi il più gentile.
Deh, perché mai la fronte or mi discopri.
e la beata notte mi rimembri
che al casto fianco dell'amica assiso
ai suoi begli occhi t'insegnai col dito!
Al chiaror di tue rote ella ridenti
volgea le luci; ed io per gioia intanto
ai suoi ginocchi mi tenea prostrato,
più vago oggetto a contemplar rivolto,
che d'un tenero cor meglio i sospiri,
meglio i trasporti meritar sapea.
Oh rimembranze! oh dolci istanti! io dunque,
dunque io per sempre v'ho perduti, e vivo?
E questa è calma di pensier? son questi
gli addormentati affetti? Ahi, mi deluse
della notte il silenzio, e della muta
mesta natura il tenebroso aspetto!
(Già di nuovo a suonar l'aura comincia
de' miei sospiri ed in più larga vena
già mi ritorna su le ciglia il pianto.

V.Monti

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