Ci sono parole che scavano fossati,
alzano muri, rinchiudono in prigioni,
vecchio è una di queste,
e poi epilettico, mongoloide,
spastico, demente, ritardato,
impotente, terminale.
Ci sono parole che non dicono più niente,
le pronunci e ti rimane in bocca
l’eco di fonemi senza senso,
mezzadria, malaria,
castigo, sortilegio,
malinconia.
Ci sono parole che fanno bene al cuore,
libertà, amicizia e via dicendo,
ma sono trattenuto dal pudore,
mi rifugio in avverbi e forme vaghe,
inopinato, indomito, immantinente,
esiziale, ancestrale, repentinamente.
Adesso alzati in piedi, nel silenzio,
a voce netta e piana
chiama il tuo nome,
Franco Dionesalvi
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