martedì 25 febbraio 2020

Mario Rapisardi






Mario Rapisarda cambiò il cognome  in Rapisardi,  in omaggio a uno dei suoi autori preferiti, Leopardi.
Catania  il  25  febbraio 1844/ Catania 1912
Studiò dai Gesuiti  e, oltre  a d amare  la  letteratura e la storia, suonava discretamente il violino e amava  la pittura.
Nel '59 esordiva con l'Ode a  Sant'Agata, vergine e martire catanese.  Lettore  appassionato  di  Alfieri, Monti,  Foscolo,  Leopardi e di vari autori risorgimentali, scrisse,  ancora   adolescente,  un  Inno di guerra agli Italiani e l'incompiuto poemetto Dione, nella cui prefazione esalta le battaglie di  Solferino, Palestro e Magenta, partecipando così all'atmosfera politica di quei mesi, che  pose fine alla  monarchia borbonica.Per accontentare il padre, frequenta un corso di   giurisprudenza, ma non giungerà a laurearsi. Invece lo interessa moltissimo lo studio dei classici greci e latini, che gli suggeriscono le prime traduzioni, le ricerche  filologiche e filosofiche di carattere positivistico. Frutto di questo periodo formativo il  poemetto  Fausta e Crispo e i Canti. Nel '65 parte per Firenze,allora capitale del Regno, per il centenario della nascita di Dante e qui, in un clima acceso da fermenti mazziniani e repubblicani, stringe amicizia coi poeti  Prati,  Aleardi,  Fusinato, Maffei, col dotto Pietro Fanfani, con l'orientalista De Gubernatis e con altri importanti artisti e intellettuali.Dopo vari successi,nell'87 dà alle stampe le splendide Poesie religiose, forse il suo vertice lirico. Negli  ultimi  anni si chiude in un silenzio ostinato, indifferente agli onori dei concittadini Egli muore nel 1912 a Catania: al suo funerale parteciparono oltre 150.000 persone,con rappresentanze ufficiali che giunsero addirittura da Tunisi. Catania tenne il lutto per tre giorni. Nonostante questo,a causa del veto  opposto  dalle  autorità  ecclesiastiche, la sua salma  rimase  insepolta  per quasi dieci anni in un magazzino del cimitero comunale.

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