Mentre tanti di nome e d’or potenti
Volgono a vanitate e nome ed oro,
Nè a taluni più bastano i contenti
Mentre a meglio goder cercan furenti
La propria gioia nell’altrui disdoro,
Simili a falsi Dei d’età lontane
Che a’ lor piedi volean vittime umane;
E mentre mirando
Que’ ricchi malvagi
Il volgo fremente
Esagera, infuria,
Invoca dal Ciel
Su tutti i felici
Sanguigno flagel;
Que’ flagelli rattiene il ricco pio
Che riparar gli altrui misfatti agogna,
E oprando assai per gli uomini e per Dio,
Anco d’essere inutil si rampogna:
Degl’innocenti aiuta il buon desìo,
Gli erranti tragge a salutar vergogna;
Onora l’arti ed anima l’artiero,
E chiamar vorrìa tutti al bello, al vero.
Il volgo commosso
Ripensa, si calma,
Capisce che il ricco
Può aver nobil alma:
Insegna a’ suoi figli,
Che pace e lavor
Del povero sono
Salute e decor.
Salve, o di carità sacra fiammella
Che accendi il cor del pio dovizïoso!
Se a noi mortali fulgi or così bella,
A lui che, tutte mentre a sè le appella,
Le appella a mutuo affetto generoso!
A lui che quando cinse umano velo,
Ci palesò che tutto amore è il Cielo!
Amore santifica
Tesori e palagi,
Amore santifica
Tuguri e disagi;
Amor sulla terra
Può tutto abbellir,
L’impero, il servire,
La vita, il morir.
Amato molto, amato sia il Signore
Ch’è modello de’ ricchi impietositi!
Amato molto, amato sia il Signore,
Modello ai cuori da sventura attriti!
Amato molto, amato sia il Signore
Che noi vuol tutti alla sua mensa uniti!
Amato molto, amato sia il Signore
Che per l’anime umane arde d’amore!
Oscuro o potente,
Di Dio tu sei figlio,
Fratello degli Angioli,
Gran fallo ci avvolse
Nel fango e nel duol:
Amiam! ci fia reso
Degli Angioli il vol!
Silvio Pellico
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