Nella foto il barone tedesco, testardo e sfortunato, dal nome
complicatissimo: Karl Friedrich Christian Ludwig Drais Von Sauerbronn
colui che invento la "Draisina"e poi stata registrata iol 26 Giugno
1819. Ne è testimonianza un bando della Direzione Generale di Polizia di
Milano: “Avendo così dimostrato che il correre dei così detti
velocipedi può riuscire pericoloso ai passeggeri, la Direzione
Generale suddetta ordina: è proibito di girare nottetempo sui
velocipedi per le contrade e per le piazze interne della città. E’
tollerato, però, il corso dei medesimi sui bastioni e nelle piazze
lontane dall’abitato. I contravventori saranno puniti con la confisca
della macchina. Milano 8 settembre 1819.” Il barone, abbiamo ricordato,
morì in estrema povertà all’età di 65 anni ed un busto in marmo venne
eretto nel 1896 davanti alla sua casa in Karlsruhe che fu subito meta di
pellegrinaggi di migliaia di ciclisti che arrivavano a rendergli
omaggio da ogni parte della Germania. Tuttavia erano stati gli inglesi a
proseguire la sua opera trasformando la draisina in un mezzo di ferro e
dando così inizio alla bella favola del “cavallo d’acciaio”. Tutte le
modifiche, sempre testardamente rifiutate dal barone, furono realizzate
dopo la sua morte, oppure a sua insaputa durante gli ultimi anni della
sua vita. Così l’inglese Kirkpatrick McMillan inventò la draisina a
leve, un dispositivo rudimentale che permetteva ai piedi di agire sulla
ruota posteriore e che era addirittura dotata di un freno, ma la tappa
decisiva e più importante venne realizzata dal giovane fabbro francese
Ernest Michaux che aveva solo 14 anni .Il giovane fabbro ebbe l’idea di
sostituire quello che sembrava un poggiapiedi da usare in discesa con
due alberi fissati al mozzo della ruota anteriore e tali da azionare la
ruota come una macina. La ruota anteriore, divenuta motrice, crebbe di
diametro rispetto all’altra e lo stesso Michaux sostituì il disdicevole
cuscino su cui si appoggiava il guidatore con una sella vera e propria,
molto allungata. La michaudine prese rapidamente il posto della
draisine tanto che nel 1861 era la padrona incontrastata del mercato.
Draisine e michaudine, salutate con tanto clamore al loro apparire, non
portarono evidentemente fortuna ai loro inventori. I biciclici di Ernest
Michaux avevano ruote anteriori di 110 cm di diametro all’anteriore e
di 90 al posteriore ed erano fornite di raggi molto grossolani, una
ventina ciascuna, molto simili alle ruote dei carretti di campagna e,
pesanti com’erano, potevano raggiungere la velocità d’una dozzina di
chilometri l’ora.
Nessun commento:
Posta un commento