Figlio di immigrati spagnoli nativi di Fuengirola (in Andalusia). In famiglia, fin dalla nascita, venne chiamato Quino per distinguerlo dallo zio Joaquín Tejón, pittore e disegnatore pubblicitario. Durante l'adolescenza rimase orfano di madre (1945) e di padre (1948) e, terminata la scuola dell'obbligo, si iscrisse alla Scuola di Belle Arti di Mendoza nel 1945
che abbandonò quattro anni dopo. L'anno successivo riuscì a vendere il
suo primo fumetto di pubblicità ad un negozio di tessuti. Nel 1951 si
recò a Buenos Aires con l'intenzione di trovare lavoro come fumettista.
Tornò quindi a Mendoza e nel 1954 si trasferì a Buenos Aires sempre
con l'intento di realizzare il suo sogno di lavoro. E questa volta le
cose andarono diversamente: i suoi disegni infatti vennero pubblicati
regolarmente sulla pagina umoristica del settimanale "Esto es". È solo
l'inizio di una lunghissima carriera che ha visto i suoi disegni
comparire su centinaia di quotidiani e periodici latino americani ed
europei. Nel 1957 iniziò a pubblicare con regolarità su "Rico Tipo" e
l'anno successivo cominciò ad occuparsi anche di grafica pubblicitaria.
Nel 1962
realizzò la sua prima mostra in una libreria di Buenos Aires e l'anno
successivo pubblicò il suo primo libro "Mundo Quino" che raccoglie
vignette mute. Ma il 1963 è da ricordare soprattutto per la nascita di Mafalda.
La genesi della piccola-grande bambina è abbastanza strana: doveva
infatti servire per pubblicizzare una marca di elettrodomestici: la
Mansfield il cui logo conteneva una M e una A (da cui Mafalda, una
bambina piena di idee per migliorare il mondo). Quino non fece quella
campagna pubblicitaria ma gli restarono alcune strisce. Nel 1964
la bambina, a cui il nome di Quino è ormai indissolubilmente associato,
comparve in tre strisce pubblicate da "Gregorio", supplemento
umoristico della rivista "Leoplán", Il 29 settembre Quino inizia a
pubblicare regolarmente le strisce di Mafalda su "Primera Plana", il
settimanale argentino più importante dell'epoca. Il 9 marzo dell'anno
successivo terminò la collaborazione con il settimanale e Mafalda passò
sulle pagine del quotidiano "El Mundo". Per il Natale 1966
l'editore Jorge Álvarez pubblicò il primo libro che raccoglieva in
ordine cronologico le strisce di Mafalda. La tiratura di 5.000 copie
andò esaurita in due giorni. La collaborazione con "El Mundo" andò
avanti per oltre due anni e mezzo, fino al 22 dicembre 1967
quando il quotidiano chiuse. Nel frattempo Jorge Álvarez pubblicò il
secondo volume-raccolta delle strisce. La terribile bambina ricompare in
edicola solo il 2 giugno 1968
(su "Siete días"). In quell'anno non solo Jorge Álvarez pubblica altri
due volumi di Mafalda, ma per la prima volta trenta strisce del
personaggio vengono pubblicate in Italia all'interno del volume
antologico "Libro dei bambini terribili per adulti masochisti". Il primo
volume completamente dedicato a lei in Italia apparve solo un anno dopo: si intitolava "Mafalda la contestataria" e la prefazione portava la firma di Umberto Eco; intanto in Argentina usciva il quinto volume della serie.Dopo aver abbandonato la creazione di Mafalda il 25 luglio del 1973, "per essere a corto di idee", secondo la dichiarazione dello stesso autore, Quino si trasferisce a Milano,
da dove continua a realizzare le pagine di umore anche pungente che
non ha mai smesso di fare. Negli anni seguenti ha vissuto tra Buenos
Aires, Madrid e Parigi. Fino al 1999 ha pubblicato alcune vignette nel supplemento domenicale del quotidiano spagnolo El Pais. Nel 2004,
in occasione dei 40 anni di Mafalda, inaugura a Milano la mostra
itinerante: "In viaggio con Mafalda",si compone di 60 pannelli con 77
strisce e 50 tavole di humour. Nel 2008 è stato ospite d'onore dell'importante fiera di fumetti e videogiochi italiana Romics. Nell'agosto 2010 il ministro della Cultura e Comunicazione francese Frédéric Mitterrand lo nomina Cavaliere de l'Ordre des Arts et des Lettres (in italiano: Ordine delle Arti e delle Lettere).
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