Il
sarto francese Louis Réard presenta ufficialmente un costume da bagno
femminile in due pezzi che lascia la pancia scoperta: il bikini. Il
nome richiama l’atollo di Bikini nelle Isole Marshall, nel quale negli
stessi anni gli Stati Uniti conducevano test nucleari: Reard riteneva
che l’introduzione del nuovo tipo di costume avrebbe avuto analoghi
effetti esplosivi e dirompenti. Il modello di Reard rifiniva il lavoro
di Jacques Heim che, due mesi prima, aveva introdotto l’Atome (così
chiamato a causa delle sue dimensioni ridotte), pubblicizzato come il
costume da bagno più piccolo al mondo. Reard rese l’Atome ancora più
piccolo, ma non riuscì inizialmente a trovare una modella che osasse
indossarlo. Finì quindi per ingaggiare come modella Micheline
Bernardini, spogliarellista del Casino de Paris.
Sono passati 70 anni e il bikini ne ha fatta di strada. E' passato
dall’essere un capo che nessuna modella voleva indossare per pudore,
fino alla consacrazione nel ’58 grazie a Brigitte Bardot in E Dio creò la donna. fino ad essere uno dei costumi più venduti e che tutte le donne hanno in armadio. Nel 1960, Bryan Hyland cantò l’inno al due pezzi, il tormentone Itsy Bitsy Teenie Weenie Yellow Polka Dot Bikini, che contribuì all’incremento delle vendite del costume da bagno.
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