Fabbrica Italiana automobili Torino.
La FIAT viene identificata da tutti con la famiglia Agnelli.
Ma non è nata per loro iniziativa. La FIAT era nata l’11 luglio 1899
per iniziativa di un gruppo di imprenditori affascinati dalle
prospettive dell’automobile: il conte Roberto Biscaretti di Ruffia, che
già importava automobili da corsa dalla Germania, il conte Emanuele
Cacherano di Bricherasio, l’avvocato Carlo Racca, Michele Lanza, un
modesto produttore di candele (di cera), e l’avvocato Cesare
Goria-Gatti, il redditiere Lodovico Scarfiotti, il banchiere e setaiolo
Michele Ceriana-Mayneri, un agente di cambio, Luigi Damevino, e un terzo
nobile, il marchese Alfonso Ferrero de Gubernatis di Ventimiglia.
Giovanni Agnelli entra successivamente come piccolo azionista. Nelle prime riunioni del Consiglio di amministrazione Giovanni Agnelli tace; ma poi comincia ad allargare la propria influenza. Solo
nel 1906 riesce a fare il gran colpo. La FIAT ha ormai 1.500 operai,
produce nove modelli diversi. Per raggiungere le 600 vetture annue, si
comincia a lavorare anche di notte. Gli utili, dopo i primi due anni
(che risultavano in perdita), passano da 152.000 lire del 1902 a 394.000
nel 1904 e a 2,5 milioni nell’anno successivo. Alla
fine della guerra, nel corso della quale la FIAT ha prodotto automezzi
ed armi, navi da trasporto e da guerra, ha inviato i suoi emissaria
Mosca e a Vienna e ha costituito varie società - con sedi in diversi
paesi – per l’importazione di carbone, ecc., Agnelli riesce ad eliminare
i concorrenti e a diventare, da solo, proprietario del 55% del capitale
azionario. Alla
vigilia della guerra, gli operai sono ormai 50.000, il fatturato è
passato dai 750 milioni del 1935 agli oltre 2 miliardi del 1937.Negli
stessi anni la Fiat, ben lungi dal limitarsi ad esercitare il
quasi-monopolio sul mercato automobilistico nazionale, ha diversificato
la propria attività ed è diventata la più grande realtà imprenditoriale
del paese. Oltre all'acquisto del quotidiano "La Stampa", l'azienda ha
assunto il controllo di buona parte della produzione nazionale nel
settore ferroviario, aeronautico e cantieristico.
Negli anni successivi sarà infatti la motorizzazione di massa (a partire dal 1955-57, con l'arrivo sul mercato delle Fiat "600" e "500") il principale volano per il "miracolo economico".Gianni Agnelli porterà ai suoi massimi fulgori dopo gli anni passati come apprendistato, in qualità di vicepresidente, all'ombra di Vittorio Valletta, altra grande figura manageriale che ha saputo guidare l'azienda torinese con sagacia ed eccellenza dopo la scomparsa del fondatore avvenuta nel 1945. L'entrata di Gianni Agnelli nella stanza dei bottoni, quella che gli conferirà il potere assoluto, è datata 1966, quando gli viene finalmente conferito l'incarico di Presidente.
Negli anni successivi sarà infatti la motorizzazione di massa (a partire dal 1955-57, con l'arrivo sul mercato delle Fiat "600" e "500") il principale volano per il "miracolo economico".Gianni Agnelli porterà ai suoi massimi fulgori dopo gli anni passati come apprendistato, in qualità di vicepresidente, all'ombra di Vittorio Valletta, altra grande figura manageriale che ha saputo guidare l'azienda torinese con sagacia ed eccellenza dopo la scomparsa del fondatore avvenuta nel 1945. L'entrata di Gianni Agnelli nella stanza dei bottoni, quella che gli conferirà il potere assoluto, è datata 1966, quando gli viene finalmente conferito l'incarico di Presidente.
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