“Usciamo o cuore, dalle fredde mura
della città di candido cemento;
moviamo, o cuore, verso la natura,
andiamo incontro al cielo, al sole, al vento.
Lasciamo questa via per il sentiero
dove non s’ode rombo di motore
né si sente l’odor d’asfalto nero.
Cerchiam la terra che abbia in bocca un fiore.
Camminiamo, che i colli son vicini
e si sentono gli uomini ed i bovi
condur l’aratro e fare i solchi novi
che odorano di là dai biancospini…
In riva al fosso c’è una lavandaia
che lava e stende. Fischia lungi un treno…
E c’è nell’aria il buon odor di fieno
raccolto in un gran cumulo sull’aia.
Grugnisce un maialetto e la gallina
racconta a tutti come ha fatto l’ovo.
Ogni cosa festeggia il tempo nuovo
con voce fresca ed anima bambina.
Dove il sentiero in due sentier si sparte
c’è una Madonna con Gesù Bambino.
Se fosse sopra un muro cittadino
la gente riderebbe di quell’arte.
Qui pieghiamo i ginocchi. E l’orazione
che dondolò la nostra culla, nasce
per quella Donna e per quel Bimbo in fasce,
povero e santo dono di espiazione.”
(R. PEZZANI)
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