sabato 24 febbraio 2024

Saro Urzì


(Catania, 24 febbraio 1913 – San Giuseppe Vesuviano, 1º novembre 1979),

è stato un attore italiano.
Lasciata la Sicilia in cerca di fortuna, e dopo aver svolto in gioventù varie attività, approda a Roma dove comincia a lavorare nel cinema, dapprima come comparsa, controfigura e acrobata e poi come attore in particine marginali di diversi film degli anni trenta e quaranta, affinando il suo personaggio di caratterista siciliano, talvolta sanguigno e collerico, ma dotato di una grande carica umana. Di questo periodo ricordiamo Campo de' fiori (1943) di Mario Bonnard, La freccia nel fianco (1944) di Alberto Lattuada ed Emigrantes (1948) di Aldo Fabrizi. Nel 1948 Saro Urzì fu notato dal regista genovese Pietro Germi, e viene scelto per interpretare il personaggio del maresciallo nel film In nome della legge, e sul set si crea tra il regista e l'attore un'intesa che porterà Urzì ad essere presente in molte delle pellicole girate da lui, in cui sosterrà ruoli sempre più importanti, fino ad interpretare in Sedotta e abbandonata il personaggio del collerico e autoritario patriarca don Vincenzo Ascalone. La sua interpretazione nel film In nome della legge gli consente di vincere il Nastro d'argento nel 1949 quale miglior attore non protagonista. Successivamente il suo ruolo nel film Sedotta e abbandonata gli frutta il premio come migliore attore al Festival del Cinema di Cannes del 1964, nonché un secondo Nastro d'argento nel 1965. Negli anni sessanta e settanta presta il suo volto e le sue inconfondibili caratterizzazioni in numerosi film, lavorando con i maggiori registi italiani del tempo, come Nanni Loy, Luigi Comencini, Alessandro Blasetti, Carlo Lizzani. Interpretando il personaggio del Brusco, braccio destro di Peppone, ha inoltre preso parte a tutti i cinque film della saga di Don Camillo tratti dai racconti di Giovannino Guareschi, con Gino Cervi e Fernandel. Ha lavorato anche con registi stranieri, quali Joseph Losey e Claude Chabrol ed è apparso nel film Il padrino del 1972, diretto da Francis Ford Coppola e tratto dall'omonimo romanzo di Mario Puzo, nonché nella parodia dello stesso film Il figlioccio del padrino, girato nel 1973 da Mariano Laurenti, al fianco di Franco Franchi. Oltre alle sue numerose apparizioni nel cinema, Saro Urzì ha anche preso parte a programmi televisivi. Nel 1968 apparve nella commedia Johnny Belinda, diretta da Piero Schivazappa.

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