Poeta, nato il 21 settembre 1852 a Livorno,
dove morì il 6 febbraio 1922. Studiò sotto G.
Chiarini, che l' avviò alla letteratura, nel liceo
di Livorno;poi nella facoltà di lettere di Firenze,
ma non giunse alla laurea perché insofferente
della disciplina filologica di quei maestri. Pre-
stissimo lasciò da parte la critica,pure scriven-
do talvolta buone pagine ( notevoli quelle ostili
alla poesia di Giacomo Zanella ), e si diede
tutto all'arte. Aveva una straordinaria facilità di
verseggiare quasi improvvisando, così pronta
e copiosa vena, della quale un carattere capi-
tale è la melodia fluente, troppo concedette
nella sua prima maniera e anche poi. Insegnò
nelle scuole medie di ceccano,Chieti, Spoleto,
e altre, finché il ministro F. Martini non lo nomi-
nò provveditore agli studi nella sua città natale.
Trascorse la vita fuori dalle competizioni e
dalle faccende, quietamente, compiacendosi
della stima degli amici,e pago degli applausi
che le sue felici recitazioni pubbliche di versi
patriottici gli procurarono in varie città. Gli
difettarono il vigore del pensiero e gl' impeti
dell' animo ; pure ciò che ebbe in cuore
disse efficacemente con un calore lirico che
vibra nelle immagini e nella numerosa elo-
quenza. Quantunque restasse, più o meno,
sempre nel cerchio del carduccianesimo
appariscente, pure si sbaglierebbe chi lo
considerasse soltanto sotto un tale aspetto.
Il Marradi infatti cercava di far sentire i pae-
saggi,azioni eroiche, situazioni sentimentali,
lasciandosi andare con spontaneità a ma-
Chiarini, che l' avviò alla letteratura, nel liceo
di Livorno;poi nella facoltà di lettere di Firenze,
ma non giunse alla laurea perché insofferente
della disciplina filologica di quei maestri. Pre-
stissimo lasciò da parte la critica,pure scriven-
do talvolta buone pagine ( notevoli quelle ostili
alla poesia di Giacomo Zanella ), e si diede
tutto all'arte. Aveva una straordinaria facilità di
verseggiare quasi improvvisando, così pronta
e copiosa vena, della quale un carattere capi-
tale è la melodia fluente, troppo concedette
nella sua prima maniera e anche poi. Insegnò
nelle scuole medie di ceccano,Chieti, Spoleto,
e altre, finché il ministro F. Martini non lo nomi-
nò provveditore agli studi nella sua città natale.
Trascorse la vita fuori dalle competizioni e
dalle faccende, quietamente, compiacendosi
della stima degli amici,e pago degli applausi
che le sue felici recitazioni pubbliche di versi
patriottici gli procurarono in varie città. Gli
difettarono il vigore del pensiero e gl' impeti
dell' animo ; pure ciò che ebbe in cuore
disse efficacemente con un calore lirico che
vibra nelle immagini e nella numerosa elo-
quenza. Quantunque restasse, più o meno,
sempre nel cerchio del carduccianesimo
appariscente, pure si sbaglierebbe chi lo
considerasse soltanto sotto un tale aspetto.
Il Marradi infatti cercava di far sentire i pae-
saggi,azioni eroiche, situazioni sentimentali,
lasciandosi andare con spontaneità a ma-
niere di verso e di strofe ben diverse dalle
carducciane, che un certo influsso esercita-
carducciane, che un certo influsso esercita-
rono per alcun tempo su qualche seguace
del Carducci,come,ad esempio,nelle sue
prime esercitazioni,sul Manni.Per contrario,
l' arte del Marradi pur mantenendo le sue
fondamentali qualità, si valse di ciò che
talora le si offriva come omogeneo in poeti
contemporanei, onde si nota in lui un pro-
gressivo sollevamento dagli effetti sonori
a quelli dell' immaginazione, e dalla vaga
sentimentalità al convincimento di alcune
idee patriottiche e umane.
del Carducci,come,ad esempio,nelle sue
prime esercitazioni,sul Manni.Per contrario,
l' arte del Marradi pur mantenendo le sue
fondamentali qualità, si valse di ciò che
talora le si offriva come omogeneo in poeti
contemporanei, onde si nota in lui un pro-
gressivo sollevamento dagli effetti sonori
a quelli dell' immaginazione, e dalla vaga
sentimentalità al convincimento di alcune
idee patriottiche e umane.
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