martedì 21 settembre 2021

GIOVANNI MARRADI.

 
Poeta,  nato  il  21 settembre 1852 a Livorno,
dove  morì  il  6 febbraio 1922. Studiò sotto G.
Chiarini, che  l' avviò  
alla  letteratura, nel liceo
di Livorno;poi nella facoltà di lettere
di Firenze,
ma non giunse alla laurea  perché insofferente
della disciplina  filologica di quei maestri. Pre-
stissimo lasciò da parte la critica,pure scriven-
do talvolta buone pagine ( notevoli quelle ostili
alla  poesia  di  Giacomo Zanella ), e si  diede
tutto all'arte. Aveva una straordinaria facilità di
verseggiare quasi improvvisando, così pronta
e copiosa vena, della quale un carattere capi-
tale  è  la  melodia  fluente, troppo concedette
 nella sua prima maniera e anche poi. Insegnò
nelle scuole medie di ceccano,Chieti, Spol
eto,
e altre, finché il ministro F. Martini non lo nomi-
nò provveditore agli studi nella sua città natale.
Trascorse  la   vita  fuori  dalle  competizioni e
dalle faccende, quietamente,  compiacendosi  
della   stima degli amici,e pago degli applausi
che le sue  felici  recitazioni pubbliche di versi
patriottici  gli  procurarono  in  varie  città.  Gli 
difettarono  il  vigore del pensiero  e gl' impeti
dell' animo ;  pure   ciò  che  ebbe   in  cuore 
disse  efficacemente con un calore lirico  che
vibra  nelle  immagini  e  nella  numerosa elo-
quenza. Quantunque  restasse,  più o  meno,
sempre  nel  cerchio  del    carduccianesimo
appariscente,   pure si  sbaglierebbe  chi  lo  
considerasse soltanto sotto  un  tale aspetto.
Il  Marradi infatti cercava di far sentire i  pae-
saggi,azioni eroiche, situazioni sentimentali,
lasciandosi  andare  con  spontaneità a ma-
niere  di  verso e di strofe ben  diverse dalle 
carducciane, che  un certo influsso esercita-
rono per  alcun tempo su  qualche seguace
del  Carducci,come,ad  esempio,nelle  sue  
prime esercitazioni,sul Manni.Per contrario,
l' arte del  Marradi  pur  mantenendo  le sue
fondamentali   qualità, si  valse  di   ciò  che
talora le si offriva come  omogeneo in poeti 
contemporanei, onde si nota in  lui  un  pro-
 gressivo  sollevamento  dagli  effetti sonori
a quelli   dell' immaginazione, e dalla  vaga
sentimentalità al  convincimento  di  alcune
idee  patriottiche e  umane.
 

Nessun commento:

Posta un commento

La storia del juke-box

23 novembre 1889. L'imprenditore Louis T. Glass (1845-1924), insieme al suo socio in affari, William S. Arnold, installa nel Palais Roya...