Stochow, Praga, Repubblica Ceca, ca. 907 - Stará Boleslav, Repubblica Ceca, 929/935
Patronato: Patrono della Boemia
Etimologia: Venceslao = gloria della corona (della reggia), dal polacco
C’è un
luogo d’Europa che appartiene alla memoria di tutto il mondo, insieme a
una data: piazza San Venceslao di Praga, 1968. Essa ricorda la
“primavera”, col grido del popolo ceco per la libertà, e poi il lutto
per l’invasione comunista del Paese, nell’estate dell’oppressione. Le
gioie e i dolori di tutti si esprimevano qui, intorno alla statua di
san Venceslao, eretta alla fine dell’Ottocento. Venceslao
(Václav in lingua ceca) è figlio di Vratislav duca di Boemia: perde
il padre da ragazzo e gli succede nel governo, sia pure con la
reggenza di sua madre Drahomira. E’ cristiano, educato dalla nonna
paterna Ludmilla, che la Chiesa venera come santa, uccisa a causa della
sua fede per ordine della nuora Drahomira, madre di Venceslao.
Questi, rispetto ai prìncipi del tempo, è tra i più colti: ha studiato
anche il latino. Una volta
assunto il potere effettivo, Venceslao si adopera per la
cristianizzazione del Paese, chiamandovi missionari tedeschi, perché
questo fa parte della sua linea generale di governo: avvicinare la
Boemia all’Europa occidentale e alla sua cultura (anche se non mancano
conflitti con regnanti germanici). La
tradizione fa di lui un modello del coraggio generoso: durante la
lotta contro un duca boemo, Venceslao gli propone di risolvere la
controversia con un duello tra loro due, in modo da non sacrificare
tante vite di soldati; e il nemico si riconcilia con lui. La sua
giovane età e il suo stile ne fanno un modello per molti suoi sudditi,
ma proprio la vasta popolarità mette contro di lui – per motivi
religiosi e di potere – una parte della nobiltà, che obbedisce (o che
si è imposta) al suo fratello minore Boleslao. Di
qui, una congiura per ucciderlo, dando tutto il ducato boemo al
fratello. Questi, non osando aggredire Venceslao in Praga, lo invita
nel suo castello di Stará Boleslav. Si pensa di ucciderlo durante il
pranzo, ma certe parole di Venceslao fanno temere che abbia scoperto
il complotto. Allora lo si aspetta quando va in chiesa (da solo, come
sempre) per recitarvi la preghiera delle Ore. E qui viene
assassinato. Dice una leggenda che Boleslao tentò per primo di
colpirlo, ma Venceslao reagì buttandolo a terra e facendogli cadere
la spada; poi generosamente la raccolse e la volle restituire al
fratello in segno di perdono. Questo
fu il suo ultimo gesto di grandezza, troncato dai sicari di Boleslao
che lo colpirono a morte tutti insieme. Secondo un’altra leggenda,
nessuno riuscì a lavare il suo sangue, sparso sul pavimento in legno.
Il corpo fu poi portato a Praga e sepolto nella chiesa di San Vito.
Già nel secolo X Venceslao fu oggetto di culto, e nel secolo
successivo diventò il simbolo dello Stato boemo. Più tardi la Chiesa
scriverà il suo nome nel Martirologio Romano, venerandolo come martire
per la fede.
La Chiesa lo venera come santo dal 1729.
Autore: Domenico Agasso
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