Non riesco a inginocchiarmi, scrivevi
e hai portato, dentro i giorni dannati dei campi,
per proteggere Dio una gioia.
Mi hai portato una volta da lei
fra le colline, sedeva da anni
da anni costretta all'immobilità.
Quando torni lassù io ti vedo
che svolti la curva in cima alla salita
odo i tuoi passi, odo
una vostra allegria oltre i grandi vetri
che aprono la stanza alla campagna.
Conosco il suo sguardo per sempre.
M uoveva dentro le tue mani
arreso in un riposo, lento. Un giorno
le poserò sopra la nuda pietra
nudi i piedi, prima che tu la prenda
che confonda i tuoi palmi al suo finire.
Vedi, il congedo, mi dirai al ritorno,
è stato quello scambio.
Quello sconfinamento il confine.
Cristina Alziati
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