sabato 13 luglio 2024

Tino Buazzelli

(Frascati, 13 luglio 1922 – Roma, 20 ottobre 1980),
è stato un attore italiano. Nato a Frascati, in provincia di Roma, nel 1922, dopo essersi diplomato all'Istituto Magistrale, studiò recitazione presso l'Accademia nazionale d'arte drammatica diretta da Silvio D'Amico, dove conseguì il diploma nel 1946 e iniziò la carriera di attore teatrale l'anno seguente nella compagnia Maltagliati-Gassman (affiancato da Nino Manfredi), ottenendo subito ottime critiche nelle sue interpretazioni di lavori teatrali quali Don Giovanni di Molière, Erano tutti miei figli di Arthur Miller, Casa Monastier di Dennis Aniell e L'aquila a due teste di Jean Cocteau, prima di diventare capocomico. Esordì al cinema nel 1948 interpretando una piccola parte nel film Il cavaliere misterioso, diretto da Riccardo Freda. In seguito apparve in più di 20 film in svariati ruoli, spesso da comprimario e talvolta anche come "spalla" di comici affermati quali Totò e Renato Rascel. Dotato di una voce calda ed armoniosa fu interprete brechtiano e fu protagonista nella Vita di Galileo di Giorgio Strehler nella stagione 1962/63 al Piccolo Teatro di Milano. L'incontro con Strehler risale al 1952, quando il regista lo chiamò per mettere in scena Elisabetta d'Inghilterra di Ferdinand Bruckner, Il revisore di Nikolai Gogol e Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello. Nel 1955 Lucio Ardenzi lo coinvolse in una tournée in America meridionale che toccò Brasile, Argentina e Uruguay. La tournée venne organizzata con l'appoggio del Ministero dello Spettacolo e coinvolse molti attori teatrali del momento come Enrico Maria Salerno, Luigi Vannucchi, Anna Proclemer, Giorgio Albertazzi, Renzo Ricci, Eva Magni, Glauco Mauri, Davide Montemurri, Franca Nuti, Isa Crescenzi e Bianca Toccafondi. A parte il Re Lear di Shakespeare (nel quale erano riuniti tutti gli attori principali della compagnia) il resto del cartellone era tutto italiano, con: Corruzione al palazzo di giustizia di Ugo Betti, Beatrice Cenci di Alberto Moravia (in prima mondiale) e Il seduttore di Diego Fabbri. Tornò sul palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano nel 1959, con Platonov di Anton Čechov e continuò con la sua compagnia a lungo recitando su molti palcoscenici italiani. Nel 1974 ad esempio portò il dramma La rigenerazione di Italo Svevo, con la regia di Edmo Fenoglio, tra gli altri, al Teatro comunale di Ferrara. Recitò nel ruolo del giudice Cust in Corruzione al Palazzo di giustizia di Ugo Betti, diretto da Daniele D'Anza nel 1966. Nel 1954 Buazzelli esordì in televisione, apparendo in una riduzione per il piccolo schermo negli Spettri di Henrik Ibsen. Sarà proprio il mezzo televisivo che contribuirà in larga parte alla sua notorietà, non solo con la sua partecipazione alle edizioni di Canzonissima del 1961-62 e del 1962-63, ma anche con le sue interpretazioni di sceneggiati tratti da opere teatrali quali Il malato immaginario di Molière per la regia di Silverio Blasi nel 1963 (anno in cui prende anche parte al film Chi lavora è perduto (In capo al mondo)), Charlow e le figlie di Turgenev, diretto da Giandomenico Giagni nel 1966, il Circolo Pickwick diretto da Ugo Gregoretti nel 1967 e Tartarino sulle Alpi di Daudet, diretto da Edmo Fenoglio nel 1968.Buazzelli raggiunse l'apice della popolarità interpretando il personaggio dell'investigatore privato Nero Wolfe, creato da Rex Stout, in una serie di dieci telefilm trasmessi tra il 1969 e il 1971, diretti da Giuliana Berlinguer, interpretati anche da Paolo Ferrari nel ruolo di Archie Goodwin e Pupo De Luca nel ruolo del cuoco svizzero Fritz Brenner. Lo sceneggiato raggiunse 19 milioni di spettatori di media a puntata, superando il Commissario Maigret interpretato da Gino Cervi. Era sposato con la soubrette del teatro di rivista milanese Ermellina Banfi , che aveva già una figlia, Nicoletta Morini, la quale era molto piccola; lui la conquistò, le diede il cognome e crebbe la figlia come sua.

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