domenica 9 giugno 2024

Antonio Santarelli


(Notaresco,16 luglio 1968 – Chieti, 11 maggio 2012-

è stato un appuntato scelto dei Carabinieri, insignito di Medaglia d'oro al valor civile per i fatti del 25 aprile 2011 che lo videro protagonista insieme al collega carabiniere scelto Domenico Marino. Il 25 aprile 2011 nella provincia di Grosseto, presso Pitigliano, il carabiniere scelto Domenico Marino e l'appuntato scelto Antonio Santarelli effettuavano un posto di blocco per i controlli alle automobili in transito, anche a causa della presenza di un rave party nella zona la notte precedente. Fermata un'automobile occupata da tre ragazzi e una ragazza, procedevano all'alcol test per il guidatore, trovandolo positivo. Durante la stesura del verbale i carabinieri venivano aggrediti dai quattro giovani che utilizzando un grosso palo di legno di una recinzione provocavano gravi ferite ai due. Dopo una colluttazione i carabinieri rimanevano incoscienti sul ciglio della strada, mentre i quattro ragazzi risalivano in auto e si davano alla fuga. Successivamente alcune auto di passaggio si fermavano per aiutare i due feriti e per chiamare i soccorsi. Nel frattempo l'automobile dei quattro assalitori veniva intercettata da un'altra pattuglia dell'Arma che, dopo un breve inseguimento, li bloccava sparando alle gomme dell'automobile. Tre dei quattro giovani all'epoca erano minorenni, il maggiorenne alla guida invece aveva piccoli precedenti penali, verrà condannato all' ergastolo (Grosseto, 8 Dicembre 2012). Domenico Marino dopo l'aggressione perse l'occhio destro, ma si ristabilì e rientrò in servizio. Antonio Santarelli da quel giorno rimase in coma e si spense l'11 maggio 2012.

Onorificenze - Medaglia d'oro al valor civile
«Durante un servizio di controllo del territorio, unitamente ad altro militare, fermava quattro ragazzi a bordo di autovettura. Nel corso della redazione del verbale, veniva proditoriamente aggredito con un grosso palo in legno, raccolto dai giovani sul bordo della strada. Reagiva prontamente e con eccezionale coraggio, ma era costretto a soccombere sotto i ripetuti colpi inferti con brutale violenza, rimanendo gravemente ferito al capo e al volto. Chiaro esempio di elette virtù civiche ed altissimo senso del dovere.» —

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