«Mi dicono ch'io sia figlio di cortigiana; ciò non mi torna male;
ma tuttavia ho l'anima di un re.
Io vivo libero, mi diverto, e perciò posso chiamarmi felice.
- Le mie medaglie sono composte d'ogni metallo e di ogni composizione.
La mia effigie è posta in fronte a' palagi.
Si scolpisce la mia testa sopra i pettini,
sopra i tondi, sulle cornici degli specchi,
come quella di Alessandro, di Cesare, di Scipione.
Alcuni vetri di cristallo si chiamano vasi aretini.
Una razza di cavalli ha preso questo nome,
perché papa Clemente me ne ha donato uno di quella specie.
Il ruscello che bagna una parte della mia casa è denominato l'Aretino.
Le mie donne vogliono esser chiamate Aretine.
Infine si dice stile aretino.
I pedanti possono morir di rabbia prima di giungere a tanto onore.»
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