martedì 24 settembre 2024

Angelo Zanti

 
(Cavriago, 24 /9/1896 – Reggio nell'Emilia, 13/1/1945)
è stato un partigiano italiano.
Già a dieci anni iniziò a lavorare svolgendo la mansione di garzone cestaio. A sedici anni prese parte alla Gioventù socialista. Fu militare durante la prima guerra mondiale, svolgendo, una volta finita la guerra, l'arte di falegname. Fu eletto consigliere comunale socialista a Cavriago nel 1920. L'anno successivo opponendosi tenacemente allo squadrismo fascista, ben presto fu costretto ad abbandonare il paese natale. Vagò per molte località della provincia finché nel 1923 emigrò definitivamente in Francia, ad Argenteuil, raggiunto dopo qualche tempo anche dalla moglie e dalla figlioletta Carmen. Trascorso un anno Zanti, su incarico del suo partito, rientrò clandestinamente in Italia. La sua abitazione di Cavriago divenne luogo prescelto di molte riunioni e stamperia clandestina. Individuato e segnalato nel 1929 dalla polizia, Zanti riparò nuovamente a Parigi, ma anche lì, due anni dopo, fu fermato ed espulso per la sua attività politica. Visse clandestinamente a Nizza per qualche tempo, svolgendo un'intensa attività per la Spagna repubblicana. Con l'esplodere del secondo conflitto mondiale Zanti, estradato in Italia, fu confinato a Ventotene sino all'agosto del 1943. Successivamente all'armistizio fu punto di riferimento della Resistenza nel Reggiano. Nell'estate del 1944 fu nominato ufficiale di collegamento tra il comando piazza di Reggio, le formazioni di montagna ed il comando militare regionale sotto il nome di battaglia "Amos". Il tragico epilogo della sua vicenda personale iniziò il 27 novembre del 1944 quando con altri dirigenti della Resistenza emiliana, Zanti fu arrestato e ferocemente torturato a Villa Cucchi. Fu condannato a morte l'8 gennaio 1945 insieme ad altri quattro suoi compagni di battaglia dal Tribunale straordinario militare di guerra di Reggio. Per decisione delle autorità tedesche fu fucilato solo lui, perché appartenente al partito comunista, nella caserma di viale Allegri, a Reggio Emilia.
« ... Cosa importa morire? Sono certo che il nostro sacrificio non sarà vano. Il popolo italiano schiaccerà il fascismo e presto; l'idea nostra, per cui abbiamo lottato, sarà fra breve una meta raggiunta. ... »
(Carceri di Reggio Emilia, 13 gennaio 1945[1])
Onorificenze
Medaglia d'argento al valor militare
— Reggio Emilia, 13 gennaio 1945
Riconoscimenti
Cavriago per ricordarlo gli ha intitolato una piazza

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