Emblema: Palma
Il nome Calcedonio è inteso come abitante di Calcedonia
ll santo martire è invocato per ottenere un felice esito nei parti.
Non ci si può credere, ma da una reliquia o ‘corpo santo’, donata ai gesuiti del convento della Madonna di Manresa a Malta, da parte di papa Benedetto XIV nel 1753, è scaturito un culto così diffuso per Calcedonio sia a Malta che in Sicilia. Il ‘corpo santo’ proveniva dal cimitero di Pretestato e dall’iscrizione dell’ampolla, rinvenuta con le sacre reliquie, “Calcedonius in pace”, fu identificato per il martire Calcedonio. Poi alla diffusione della sua devozione ci pensarono i gesuiti della provincia siciliana dell’Ordine, sotto la spinta anche dei miracoli che venivano attribuiti al santo, nei primi anni dopo l’invenzione delle reliquie. Padre E. Aguilera gesuita, descrisse in un racconto molto particolareggiato le feste del 1754 tenute in occasione della traslazione di parte delle reliquie, nella cappella a lui dedicata, nella chiesa di s. Francesco Saverio in Palermo. Il culto si diffuse in numerosi luoghi della Sicilia e del napoletano; gli furono dedicati degli altari a Messina e Catania; a Palermo, come già detto, una sontuosa cappella, dove tuttora si conserva una sua reliquia. La sua festa è stata diversificata nei vari luoghi dove è venerato; a Malta il 24 luglio; a Mazara del Vallo il 17 febbraio; a Lipari e Palermo il 7 settembre. Papa Clemente XIII con disposizione del 22 novembre 1766, concesse alla città e diocesi di Palermo l’autorizzazione al culto di s. Calcedonio martire con Messa propria; concessione richiesta anche dal viceré marchese Fogliani. Calcedonio è inteso come abitante di Calcedonia, antica città dell’Asia Minore sul Bosforo, di fronte a Bisanzio, oggi villaggio di Kadiköy in Turchia; la città fu sede, nel 451 d. C. del IV Concilio Ecumenico detto di Calcedonia dove si affermò il dogma che in Gesù Cristo vi è una sola persona con due nature (umana e divina).
Il nome Calcedonio è inteso come abitante di Calcedonia
ll santo martire è invocato per ottenere un felice esito nei parti.
Non ci si può credere, ma da una reliquia o ‘corpo santo’, donata ai gesuiti del convento della Madonna di Manresa a Malta, da parte di papa Benedetto XIV nel 1753, è scaturito un culto così diffuso per Calcedonio sia a Malta che in Sicilia. Il ‘corpo santo’ proveniva dal cimitero di Pretestato e dall’iscrizione dell’ampolla, rinvenuta con le sacre reliquie, “Calcedonius in pace”, fu identificato per il martire Calcedonio. Poi alla diffusione della sua devozione ci pensarono i gesuiti della provincia siciliana dell’Ordine, sotto la spinta anche dei miracoli che venivano attribuiti al santo, nei primi anni dopo l’invenzione delle reliquie. Padre E. Aguilera gesuita, descrisse in un racconto molto particolareggiato le feste del 1754 tenute in occasione della traslazione di parte delle reliquie, nella cappella a lui dedicata, nella chiesa di s. Francesco Saverio in Palermo. Il culto si diffuse in numerosi luoghi della Sicilia e del napoletano; gli furono dedicati degli altari a Messina e Catania; a Palermo, come già detto, una sontuosa cappella, dove tuttora si conserva una sua reliquia. La sua festa è stata diversificata nei vari luoghi dove è venerato; a Malta il 24 luglio; a Mazara del Vallo il 17 febbraio; a Lipari e Palermo il 7 settembre. Papa Clemente XIII con disposizione del 22 novembre 1766, concesse alla città e diocesi di Palermo l’autorizzazione al culto di s. Calcedonio martire con Messa propria; concessione richiesta anche dal viceré marchese Fogliani. Calcedonio è inteso come abitante di Calcedonia, antica città dell’Asia Minore sul Bosforo, di fronte a Bisanzio, oggi villaggio di Kadiköy in Turchia; la città fu sede, nel 451 d. C. del IV Concilio Ecumenico detto di Calcedonia dove si affermò il dogma che in Gesù Cristo vi è una sola persona con due nature (umana e divina).
Autore: Antonio Borrelli
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