domenica 15 marzo 2020

III Domenica di Quaresima


 
dal Vangelo di Giovanni (Gv 2,13-25)
«Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere»
L’episodio dei mercanti nel Tempio narrato da s. Giovanni è ricordato in tutti i Vangeli. Il fatto, però, che nel Tempio si vendessero animali per il sacrificio pasquale era normale, visto che prima del 72 d.C. la liturgia ebraica si fondava essenzialmente sui sacrifici. Ma per l’avidità dell’uomo il Tempio da luogo di culto e di preghiera era diventato un mercato! Lo zelo di Gesù è lo zelo di ogni credente sdegnato di fronte al materialismo e al chiasso di chi sta nel Tempio di Dio come se fosse un supermercato o il salotto di casa sua. Di fronte allo zelo di Gesù i Giudei Gli chiedono: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Siamo all’inizio del ministero pubblico di Gesù ed è questa la prima volta che i Giudei chiedono a Gesù un segno. Nella nostra reiterata richiesta a Dio di un segno c’è un che di diabolico, un tentarlo, un metterlo alla prova, equivalente a una bestemmia. Ma anche di fronte a segni e prodigi la nostra fede resta debole, fragile, superficiale. È per questo che l’unico segno che Gesù dà al mondo è la Sua Croce: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». I Giudei non lo capiscono e i discepoli lo capiranno solo dopo la Sua Risurrezione, che egli parlava del tempio del suo corpo, «sacramento universale di salvezza» per la vita eterna.

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