lunedì 31 gennaio 2022

Signore veglia sul cammino dei giusti 🙏

 


Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.
Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.
Non così, non così gli empi:
sono come pula che il vento disperde;
perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,
né i peccatori nell’assemblea dei giusti.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via degli empi andrà in rovina.
Amen🙏

Il Tempo Secca l'Amore



Il tempo secca la bellezza,
secca l'amore, secca le parole.
Lascia tutto libero, lieve,
separato per sempre
come i granelli di sabbia nelle acque.

Il tempo secca la nostalgia,
secca i ricordi e le lacrime.
Lascia qualche ritratto, appena,
vagando asciutto e vuoto
come queste conchiglie di spiaggia.

Il tempo secca il desiderio
e le sue vecchie battaglie.
Secca il fragile arabesque,
vestígio del muschio umano,
densa torba mortuaria.

Aspetterò il tempo
con le sue aride conquiste.
Aspetterò che ti secchi,
non sulla terra, Amor-Perfetto,
in un tempo dopo le anime.

 
Cecília Meireles

Canzone

 

Misi il mio sogno in un’imbarcazione
e l’imbarcazione in mare;
– dopo, separai il mare con le mani,
per far naufragare il mio sogno.
Le mie mani ancora sono bagnate
del blu delle onde dischiuse,
e che il colore che scorre dalle mie dita
colori le sabbie deserte.
Il vento sta arrivando da lontano,
la notte si curva per il freddo;
sotto l’acqua va morendo
il mio sogno, dentro un’imbarcazione…
Piangerò quanto sarà necessario
per far ingrossare il mare,
e arrivare in fondo la mia imbarcazione
e il mio sogno far sparire.
Dopo, tutto sarà perfetto:
spiaggia rasa, acque ordinate,
i miei occhi aridi come roccia
e le mie mani infrante.
 
Cecília Meireles

Cecília Meireles

 


Cecília Meireles de Carvalho Benevides
(Rio de Janeiro, 7 novembre 1901Rio de Janeiro, 9 novembre 1964)
è stata una poetessa, insegnante e giornalista brasiliana.
Figlia di Carlos Alberto de Carvalho Meireles e di Matilde Benevides Meireles, Cecília era l'unica sopravvissuta dei quattro figli della coppia. Il padre era morto alcuni mesi prima della sua nascita e la madre morirà quando Cecília non aveva ancora 3 anni. Da quel momento in poi fu educata dalla nonna portoghese, Jacinta Garcia Benevides, e all'età di nove anni cominciò a scrivere poesia. Ha frequentato il “Curso Normal de Rio de Janeiro”, tra il 1913 e il 1916, dove si è diplomata nel 1917. Come insegnante, ha studiato lingue, letteratura, musica, folclore e teoria dell'educazione. A diciotto anni ha pubblicato il suo primo libro di poesie (Espectro, 1919), una serie di sonetti simbolisti. Anche se ha vissuto sotto l'influenza del modernismo, nella sua opera è ancora presente l'eredità del simbolismo così come le tecniche e le influenze del Classicismo, di Gongora, del Romanticismo, del Parnassianismo, del Realismo e del Surrealismo; per questo largo spettro di influenze la sua poesia viene spesso definita "atemporale" dalla critica. Nel 1922 sposò il pittore portoghese Fernando Correia Dias con il quale ebbe tre figlie. Suo marito, che soffriva di depressione acuta, si suicidò nel 1935. Si risposò nel 1940 con l'insegnante e ingegnere agronomo Heitor Vinícius da Silveira Grilo. Godette di grande prestigio come giornalista, in particolare con la pubblicazione di articoli sui problemi dell'educazione, e nel 1934 fondò la prima biblioteca infantile di Rio de Janeiro. Ebbe anche una grande conoscenza della poesia infantile, genere che frequentò spesso e nel quale fa largo uso della musicalità, aspetto sempre presente nella sua poesia, utilizzando versi tradizionali, il verso libero, l'allitterazione, l'assonanza e la rima. Le sue poesie infantili non si limitano però solo ai bambini come pubblico esclusivo, dato che incorporano diversi livelli di lettura. Nel 1923 ha pubblicato Nunca mais…, e Poema dos Poemas, e nel 1925 Baladas Para El-Rei. Dopo un lungo periodo di silenzio poetico, nel 1939 ha pubblicato Viagem, libro con in quale ha vinto il Premio di Poesia della “Academia Brasileira de Letras” (Accademia Brasiliana di Lettere).

Inverno

 


Gennaio

Gennaio sei un mese nevoso,
con il cielo un pò nuvoloso.
D´altronde che cosa puoi fare
se la neve ci devi portare.
Essa diverte i bambini,e i vecchi stanno vicini,
al fuoco, a scaldarsi le membra,
gennaio! sei bello e non sembra!
Comunque ci lasci a febbraio
più corto,più freddo e più gaio.
L'anno nuovo comincia con te
sei primo di docici e sei il re.
 
Lucia 
 

domenica 30 gennaio 2022

🙏 O Dio 🙏


O Dio, veramente non possiamo pregarti perché
cessi la guerra:
-infatti sappiamo che Tu hai fatto il mondo
in modo tale che l'uomo
deve trovare la strada della pace,
in se stesso e con il suo vicino.
O Dio, veramente non possiamo pregarti
perché cessi la fame:
-infatti Tu ci hai dato risorse abbondanti,
sufficienti a nutrire il mondo intero,
a condizione di usarle con saggezza.
O Dio, veramente non possiamo pregarti
di sradicare l'ingiustizia:
-infatti Tu ci hai dato occhi capaci di vedere
il bene presente in ogni creatura,
a condizione di usarli con saggezza.
O Dio, veramente non possiamo
pregarti di far scomparire la disperazione:
-poiché Tu ci hai dato il potere di trasformare
i tuguri e di seminare la speranza,
a condizione di usarlo con saggezza.
O Dio, veramente non possiamo pregarti
di far cessare le malattie:
-poiché Tu ci hai dato un'intelligenza capace
di trovare cure e medicamenti,
a condizione di usarla con saggezza.
Per questo, o Dio, ti preghiamo piuttosto
di darci forza, determinazione e coraggio
di agire e non solo di pregare,
e soprattutto di vivere
e non soltanto di sperare!».
Jack Rieme

Il POETA di Oggi Antonio Colinas Lobato 📖🖋


INVERNO TARDO
Non è sorprendente quanto i miei occhi vedano:
nevica sul mandorlo fiorito,
Nevica sulla neve.
Questo inverno il mio umore
È come una primavera,
è come un floroido di mandorlo
sotto la neve

C'è troppo freddo
questo pomeriggio nel mondo.
Ma apro la porta al mio cane
e con lui il calore entra in casa,
l'umanità entra

Antonio Colinas

La cosa.........

 


Figlio mio..


 

sabato 29 gennaio 2022

Bada sempre.......

 


La vera storia.......

 


🙏 Signore 🙏

 


Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca canterà la tua lode
Dio, fa’ attento il mio orecchio
perché ascolti la tua parola.
Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
porgi l’orecchio alla mia voce quando t’invoco.
La mia preghiera stia davanti a te come incenso,
le mie mani alzate come sacrificio della sera.
Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito santo
com’era nel principio, ora e sempre
nei secoli dei secoli.
Amen.🙏

🤣🤣🤣


 

Versi

La pecora belando fa bè bù,
il cavallo nitrendo fa hì hì,
il grillo grisolando fa gri gri,
ed il porco grugnando fa grù grù,
il cucco cuccheggiando fa cù cù,
cantando il gallo fa chicchirichì,
pigolando il pulcino fa pì pì
ed abbaiando il cane fa bù bù;
la papera stridendo fa pà pà,
la chioccia chiocciando fa cò cò;
e il gatto miagolando fa mià mià;
il corvo crocitando fa crò crò,
la cornacchia gracchiando fa crà crà,
e l'asino ragliando fa hì hò.

Giambattista Marino


Giovan Battista Marino

 Figlio di un giureconsulto, fu avviato riluttante agli studi di legge. Frequentò giovanissimo letterati e mecenati. Protetto prima dal duca Ascanio Pignatelli, poi dal duca Innigo de Guevara, dal 1592 entrò al servizio di Matteo di Capua principe di Conca. Fin da allora la sua più grande aspirazione era quella di vivere all'ombra di un potente sovrano: la corte come occasione di fortuna, di avventura, unico spazio che gli consentisse libero sfogo alle sue doti di artista. Nel 1598 è imprigionato, forse per aver costretto una ragazza a abortire. Nel 1600 è di nuovo in prigione per falsificazione di bolle vescovili. Fugge via da Napoli, è a Roma, al servizio del cardinale Pietro Aldobrandini. Nel 1606 è a Ravenna, nel 1608-1611 a Torino alla corte di Carlo Emanuele Savoia. E' un periodo di grossi successi, di polemiche ma anche di tribolazioni. Clamoroso lo scontro con il segretario del duca, il poeta Gaspare Murtola: Murtola giunse a aggredirlo sulla pubblica via, e per questo fu incarcerato e allontanato dal regno. Nel 1611, non si sa bene perché, anche Marino fu imprigionato. In alcune lettere, specie in una famosa al conte Ludovico d'Aglié del 10 febbraio 1612, descrive con realismo e amara comicità la sua vita in carcere. Nel 1615 il suo sogno di poeta cortigiano si realizza. Maria Medici vedova di Enrico IV, lo invitò alla corte di Francia. Fino al 1623 restò a Parigi, onorato pagato stimato. Qui raccolse, concluse e organizzò tutta la sua opera. La salute malferma e i disordini della vita politica francese lo spinsero a Napoli. Gli onori tributatigli a gara dalle due accademie, degli Infuriati e degli Oziosi, non riuscirono a fargli dimenticare le polemiche di molti letterati contro la sua poesia. Tra queste, quella scatenata da T. Stigliani, che coinvolse A. Aprosio, G. Aleandro, S. Errico. Il suo "Adone" ebbe anche una dura condanna ecclesiastica.
 

La storia dei giorni della Merla



Era la fine del mese di gennaio e faceva un gran freddo, freddo come non si era mai sentito prima…
La neve scendeva dal cielo e copriva tutta la città, le strade, i giardini.
Sotto la grondaia di un palazzo c’era il nido di una famigliola di merli, che a quel tempo avevano le piume bianche come la neve. C’era la mamma merla, il papà merlo e tre piccoli uccellini, nati dopo l’estate.
La famigliola soffriva il freddo e stentava a trovare qualche briciola di pane per sfamarsi, perché le poche briciole che cadevano in terra dalle tavole degli uomini venivano subito ricoperte dalla neve che scendeva dal cielo.
Dopo qualche giorno il papà merlo prese una decisione e disse alla moglie: “Qui non si trova nulla da mangiare, se continua così moriremo tutti di fame e di freddo. Ho un’idea, ti aiuterò a spostare il nido sul tetto del palazzo, a fianco a quel camino, così mentre aspettate il mio ritorno non avrete freddo. Io parto e vado a cercare il cibo dove la neve non è ancora arrivata”.
E così fu fatto: il nido fu messo vicino al camino e il papà partì. La mamma e i piccoli uccellini stavano tutto il giorno nel nido, scaldandosi tra loro e anche grazie al fumo che usciva tutto il giorno dal camino.
Dopo tre giorni il papà tornò a casa e quasi non riuscì più a riconoscere la sua famiglia! Il fumo nero che usciva dal camino aveva colorato di nero tutte le piume degli uccellini!
Per fortuna da quel giorno l’inverno divenne meno rigido e i merli riuscirono a trovare cibo sufficiente per arrivare alla primavera.
Da quel giorno però tutti i merli nascono con le piume nere e, per ricordare la famigliola di merli bianchi divenuti neri, gli ultimi tre giorni del mese di gennaio sono detti “I tre giorni della merla”.
Web

 

🤣🤣🤣


 

I giorni della Merla

 



Di gennaio sulla fine
quando è basso e chiuso il cielo
e la terra è tutto un gelo
nelle rigide mattine:
 
quando l'acqua raggelata
lungo i fiumi resta ferma,
sono i giorni della merla,
i più freddi dell'annata.
 
Chè perfin la merla nera
si rifugia nei camini,
mentre al foco i contadino
si riscaldano la sera.
 
Ambrosini e Prosperi.

venerdì 28 gennaio 2022

Il POETA di OGGI Roberto Roversi 📖🖋

LA VITA IN QUESTA TERRA

La vita in questa terra asciutta ed arsa

trascorre senza canti,

solo lungo i pini vanno i pianti

di fanciulli lontani.

La vita è vana: un suono di campana

non s’ode nel mattino degli ulivi,

il vento lieve all’ombra dei declivi

si apre in viso alle spigolatrici.

Muore il vecchio di sera nella casa

e la sua morte è senza amaritudine,

dondola nella sospesa solitudine

il pianto della moglie:

ed ogni giorno è uguale all’altro giorno

ed ogni sera alla sera passata.

Trascorre il tempo e va senza ritorno

e lascia l’uomo nella dura giornata:

se l’uomo muore, muore la sua vita

se l’uomo vive, muore la sua anima.

 Roberto Roversi

28 gennaio San Tommaso d Aquino


 
Sacerdote e dottore della Chiesa
Roccasecca, Frosinone, 1225– Fossanova, Latina, 7/3/ 1274

Patronato: Teologi, Accademici, Librai, Scolari, Studenti
Etimologia: Tommaso = gemello, dall'ebraico
Emblema: Bue, Stella

Tommaso, nacque all’incirca nel 1225 nel castello di Roccasecca (Frosinone) nel Basso Lazio, che faceva parte del feudo dei conti d’Aquino; il padre Landolfo, era di origine longobarda e vedovo con tre figli, aveva sposato in seconde nozze Teodora, napoletana di origine normanna; dalla loro unione nacquero nove figli, quattro maschi e cinque femmine, dei quali Tommaso era l’ultimo dei maschi. Secondo il costume dell’epoca, il bimbo a cinque anni, fu mandato come “oblato” nell’Abbazia di Montecassino; l’oblatura non contemplava che il ragazzo, giunto alla maggiore età, diventasse necessariamente un monaco, ma era semplicemente una preparazione, che rendeva i candidati idonei a tale scelta.  Verso i 14 anni, Tommaso che si trovava molto bene nell’abbazia, fu costretto a lasciarla, perché nel 1239 fu occupata militarmente dall’imperatore Federico II, allora in contrasto con il papa Gregorio IX, e che mandò via tutti i monaci, tranne otto di origine locale, riducendone così la funzionalità; l’abate accompagnò personalmente l’adolescente Tommaso dai genitori, raccomandando loro di farlo studiare presso l’Università di Napoli, allora sotto la giurisdizione dell’imperatore. A Napoli frequentò il corso delle Arti liberali, ed ebbe l’opportunità di conoscere alcuni scritti di Aristotele, allora proibiti nelle Facoltà ecclesiastiche, intuendone il grande valore. Inoltre conobbe nel vicino convento di San Domenico, i frati Predicatori e ne restò conquistato per il loro stile di vita e per la loro profonda predicazione; aveva quasi 20 anni, quando decise di entrare nel 1244 nell’Ordine Domenicano; i suoi superiori intuito il talento del giovane, decisero di mandarlo a Parigi per completare gli studi. Nel 1252, da poco ordinato sacerdote, Tommaso d’Aquino, fu indicato dal suo grande maestro ed estimatore s. Alberto, quale candidato alla Cattedra di “baccalarius biblicus” all’Università di Parigi, rispondendo così ad una richiesta del Generale dell’Ordine, Giovanni di Wildeshauen. Tommaso aveva appena 27 anni e si ritrovò ad insegnare a Parigi sotto il Maestro Elia Brunet, preparandosi nel contempo al dottorato in Teologia. Ogni Ordine religioso aveva diritto a due cattedre, una per gli studenti della provincia francese e l’altra per quelli di tutte le altre province europee; Tommaso fu destinato ad essere “maestro degli stranieri”. All’Università di Parigi, Tommaso rimase per tre anni; nel 1259 fu richiamato in Italia dove continuò a predicare ed insegnare, prima a Napoli nel convento culla della sua vocazione, poi ad Anagni dov’era la curia pontificia (1259-1261), poi ad Orvieto (1261-1265), dove il papa Urbano IV fissò la sua residenza dal 1262 al 1264. Il pontefice si avvalse dell’opera dell’ormai famoso teologo, residente nella stessa città umbra; Tommaso collaborò così alla compilazione della “Catena aurea” (commento continuo ai quattro Vangeli) e sempre su richiesta del papa, impegnato in trattative con la Chiesa Orientale, Tommaso approfondì la sua conoscenza della teologia greca, procurandosi le traduzioni in latino dei padri greci e quindi scrisse un trattato “Contra errores Graecorum”, che per molti secoli esercitò un influsso positivo nei rapporti ecumenici. Sempre nel periodo trascorso ad Orvieto, Tommaso ebbe dal papa l’incarico di scrivere la liturgia e gli inni della festa del Corpus Domini, istituita l’8 settembre 1264, a seguito del miracolo eucaristico, avvenuto nella vicina Bolsena nel 1263, quando il sacerdote boemo Pietro da Praga, che nutriva dubbi sulla transustanziazione, vide stillare copioso sangue, dall’ostia consacrata che aveva fra le mani, bagnando il corporale, i lini e il pavimento. Fra gli inni composti da Tommaso d’Aquino, dove il grande teologo profuse tutto il suo spirito poetico e mistico, da vero cantore dell’Eucaristia, c’è il famoso “Pange, lingua, gloriosi Corporis mysterium”, di cui due strofe inizianti con “Tantum ergo”, si cantano da allora ogni volta che si impartisce la benedizione col SS. Sacramento. Tommaso aveva goduto sempre di ottima salute e di un’eccezionale capacità di lavoro; la sua giornata iniziava al mattino presto, si confessava a Reginaldo, celebrava la Messa e poi la serviva al suo collaboratore; il resto della mattinata trascorreva fra le lezioni agli studenti e segretari e il prosieguo dei suoi studi; altrettanto faceva nelle ore pomeridiane dopo il pranzo e la preghiera, di notte continuava a studiare, poi prima dell’alba si recava in chiesa per pregare, avendo l’accortezza di mettersi a letto un po’ prima della sveglia per non farsi notare dai confratelli. Ma il 6 dicembre 1273 gli accadde un fatto strano, mentre celebrava la Messa, qualcosa lo colpì nel profondo del suo essere, perché da quel giorno la sua vita cambiò ritmo e non volle più scrivere né dettare altro. Ci furono vari tentativi da parte di padre Reginaldo, di fargli dire o confidare il motivo di tale svolta; solo più tardi Tommaso gli disse: “Reginaldo, non posso, perché tutto quello che ho scritto è come paglia per me, in confronto a ciò che ora mi è stato rivelato”, aggiungendo: “L’unica cosa che ora desidero, è che Dio dopo aver posto fine alla mia opera di scrittore, possa presto porre termine anche alla mia vita”. Anche il suo fisico risentì di quanto gli era accaduto quel 6 dicembre, non solo smise di scrivere, ma riusciva solo a pregare e a svolgere le attività fisiche più elementari. Intanto nel 1274, dalla Francia papa Gregorio X, ignaro delle sue condizioni di salute, lo invitò a partecipare al Concilio di Lione, indetto per promuovere l’unione fra Roma e l’Oriente; Tommaso volle ancora una volta obbedire, pur essendo cosciente delle difficoltà per lui di intraprendere un viaggio così lungo. Partì in gennaio, accompagnato da un gruppetto di frati domenicani e da Reginaldo, che sperava sempre in una ripresa del suo maestro; a complicare le cose, lungo il viaggio ci fu un incidente, scendendo da Teano, Tommaso si ferì il capo urtando contro un albero rovesciato. Giunti presso il castello di Maenza, dove viveva la nipote Francesca, la comitiva si fermò per qualche giorno, per permettere a Tommaso di riprendere le forze, qui si ammalò nuovamente, perdendo anche l’appetito; si sa che quando i frati per invogliarlo a mangiare gli chiesero cosa desiderasse, egli rispose: “le alici”, come quelle che aveva mangiato anni prima in Francia. Tutte le cure furono inutili, sentendo approssimarsi la fine, Tommaso chiese di essere portato nella vicina abbazia di Fossanova, dove i monaci cistercensi l’accolsero con delicata ospitalità; giunto all’abbazia nel mese di febbraio, restò ammalato per circa un mese. Prossimo alla fine, tre giorni prima volle ricevere gli ultimi sacramenti, fece la confessione generale a Reginaldo, e quando l’abate Teobaldo gli portò la Comunione, attorniato dai monaci e amici dei dintorni, Tommaso disse alcuni concetti sulla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, concludendo: “Ho molto scritto ed insegnato su questo Corpo Sacratissimo e sugli altri sacramenti, secondo la mia fede in Cristo e nella Santa Romana Chiesa, al cui giudizio sottopongo tutta la mia dottrina”. Il mattino del 7 marzo 1274, il grande teologo morì, a soli 49 anni; aveva scritto più di 40 volumi.

 
Sintesi da Autore: Antonio Borrelli
 

Buon Venerdì

 

Che questo giorno sia pieno di:
Amor.
Allegria.
Salute.
e Fede.
Per tutti🐞🍀

 

giovedì 27 gennaio 2022

Preghiera per la Shoà🙏

 



Signore Gesù Cristo, Messia atteso dai secoli,
unico Salvatore del mondo, ieri, oggi e sempre,
ci rivolgiamo a te, in questa giornata della memoria,
durante la quale, con profondo dolore,
ricordiamo le tante vittime dell’olocausto,
consumato ai danni dei nostri fratelli ebrei,
nei lager della Germania di Hitler.
Non permettere più che nel mondo
ci siano stragi di persone innocenti,
di qualsiasi razza, religione, popolo,
nazione, condizione sociale e personale
o colore degli occhi o della pelle.
Mai più olocausti del genere,
ma solo pace e speranza per il mondo intero.
In questo giorno, in cui sentiamo forte l’appello
a fare memoria di quanti sono stati uccisi
nei lager nazisti e bruciati vivi,
quali veri martiri del ventesimo secolo,
nei forni crematori di Aushwitz,
Ti eleviamo la nostra umile preghiera,
perché possa illuminare le coscienze e i progetti
dei potenti di oggi e di sempre
di quella vera luce che viene dal cielo
e che Tu hai rivelato a Mosé sul Monte Sinai
e Gesù Cristo ha portato a compimento
sul Monte Calvario, ove tuo Figlio
si è sacrificato ed è morto per i peccati dell’umanità.
Noi rinnoviamo la nostra fede
nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe,
e ci impegniamo a vivere in comunione con tutti
i nostri fratelli e sorelle del mondo intero,
specialmente con i nostri cugini e predecessori
nella fede nell’unico Dio,
che a tutti ha lasciato come quinto comandamento
quello di Non uccidere e di amare e difendere la vita.
O Dio di giustizia e verità
fa che mostri, come i tanti dittatori della storia,
non abbiano più spazio e possibilità di affermarsi,
in questa umanità del terzo millennio dell’era cristiana,
ma vengano abbattuti con la forza della ragione e della democrazia
prima che compiano crimini di ogni genere.
Mai più Signore, esaltati e prepotenti che uccidono
e distruggono la vita della gente,
azzerando la speranza e la gioia dell’umano genere.
Mai più crimini contro l’umanità. Mai più per l’eternità!
Te lo chiediamo per l’intercessione di Maria, Regina della pace
e consolatrice degli afflitti e dei disperati,
Te lo chiediamo, inoltre, per intercessione di San Massimiliano Kolbe,
vittima sacrificale sull’altare dell’olocausto della Germania hitleriana.
Te lo chiediamo, infine, per intercessione
di Santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein,
la monaca carmelitana, convertita al cristianesimo,
che ha visto gli orrori infiniti della Shoà.
Amen.🙏

Canto alla Luna


 

Il POETA di Oggi Giovanni Prati 📖🖋


UN GIORNO D’INVERNO
 
Sempre, sul farsi della tacit’ora
crepuscolar, m’invaile una tranquilla
malinconia, che dolcemente irrora
questi occhi del dolor che da lei stilla.
Guardo il foco morente, e m’innamora
tenervi intenta e fisa la pupilla,
insin che appena qualche brace ancora
tra la commossa cenere scintilla.
Il crepitar di quella ultima vita,
l’ombra addensata e la cadente neve
di piú cupa tristezza il cor mi serra.
E prorompo dall’anima atterrita:
— Mio Dio, che sogno è questo viver breve
Mio Dio, che solitudine è la terra! —
 
Giovanni Prati

 

Preghiera per la Pace




(Giovanni Paolo II, Hiroshima 25 febbraio 1981)

Ascolta la mia voce perché è la voce delle vittime di tutte le guerre e della violenza tra gli individui e le nazioni;

Ascolta la mia voce, perché è la voce di tutti i bambini che soffrono e soffriranno ogni qualvolta i popoli ripongono la loro fiducia nelle armi e nella guerra;

Ascolta la mia voce, quando Ti prego di infondere nei cuori di tutti gli esseri umani la saggezza della pace, la forza della giustizia e la gioia dell'amicizia;

Ascolta la mia voce, perché parlo per le moltitudini di ogni Paese e di ogni periodo della storia che non vogliono la guerra e sono pronte a percorrere il cammino della pace;

Ascolta la mia voce e donaci la capacità e la forza per poter sempre rispondere all'odio con l'amore, all'ingiustizia con una completa dedizione alla giustizia, al bisogno con la nostra stessa partecipazione, alla guerra con la pace.

O Dio, ascolta la mia voce e concedi al mondo per sempre la Tua pace.

mercoledì 26 gennaio 2022

L'amicizia

 



Nessuna forma di amore ha tanto rispetto della libertà dell'altro come l'amicizia
Un amico è colui che guarda oltre i tuoi fallimenti e tollera i tuoi successi.
I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono:
i falsi amici vedono allo stesso modo i tuoi errori e li fanno notare agli altri
Il vero amico non è colui che ti asciuga le lacrime, ma colui che ti impedisce di versarle.
L'amicizia può nascere per caso, quando meno la si aspetta e
quando meno la si cerca, ma poi , per crescere, deve essere alimentata dal rispetto, dalla fiducia, dalla comprensione, dal ricordo, dal gesto gentile e affettuoso, dall'ascolto reciproco, dall'accettazione del confronto e delle diversità, dalla condivisione dei momenti allegri e dei momenti tristi, dal saper accettare le decisioni dell'altro senza cercare di influenzarlo con il proprio modo di vedere la situazione....
può sembrare difficile, ma è l'unico modo per poter dire: "Siamo dei veri amici!"
L'amicizia è una cosa rara e preziosa.

Gennaio


Io sono dell'anno il primo mese
ed un inchino vi fo cortese.
Son triste, squallido, son freddo tanto,
e il monte e il piano di neve ammanto.
Pur son benefico... Vi sembra strano?
Sotto la neve germoglia il grano.
G. Ferrara
 

lunedì 24 gennaio 2022

🙏 Litania 🙏

 



Per quelli che sono umiliati,
Per quelli che sperano tremando,
Per l’eterno addio dei morti,
Per la stanchezza dei moribondi,
Per la tristezza dei non compresi,
Per quelli che supplicano invano,
Per quelli derisi, per gli offesi,
Per gli stolti, i gretti e i malvagi,
Per quelli che corrono affannati
Al più vicino ambulatorio,
Per quelli che dalla grande città
Tornano a casa col batticuore,
Per quelli rozzamente trattati,
Per quelli fischiati a teatro,
Per i noiosi, i brutti, gli inetti,
I deboli, i percossi, gli oppressi,
Per quelli senza un sonno sereno,
Per quelli che temono la morte,
Per quelli che aspettano in farmacia
E per quelli che hanno perso il treno,
– PER TUTTI GLI ABITANTI DEL MONDO,
Per i loro guai e i loro affanni,
Le sofferenze, i crucci, i pensieri,
Per le loro ansie e dolori,
Sfortune, nostalgie, dispiaceri,
Per ogni più piccolo palpito,
Che non sia felicità e gioia,
E che essa in eterno a questa gente
Illumini la via benevolmente –
Ti prego, mio Dio, con fervore,
Ti prego, mio dio, con tutto il cuore!
Amen🙏

La vita......


 

Occorre.........


 

domenica 23 gennaio 2022

Jeanne Moreau



(Parigi, 23 gennaio 1928Parigi, 31 luglio 2017)
è stata un'attrice, cantante e regista francese.
Interprete tanto incisiva quanto versatile di più di centotrenta film, lavorò con alcuni tra i maggiori registi del XX secolo, come Luis Buñuel, Orson Welles, Michelangelo Antonioni, François Truffaut, Louis Malle, Wim Wenders, Elia Kazan, diventando fin dagli esordi una delle più celebri attrici francesi.

Figlia di Anatole-Désiré Moreau, un ristoratore francese, gestore di una brasserie, e di Katherine Buckley, una ballerina inglese, nativa del Lancashire e di origini in parte irlandesi. Dopo l'infanzia trascorsa a Vichy, tornò nella capitale dove, all'insaputa dei genitori, iniziò a frequentare corsi di teatro per poi entrare al Conservatorio di Parigi. Le piccole parti iniziali si trasformarono presto in ruoli più significativi. Il primo matrimonio con il regista Jean-Louis Richard si celebrò nel 1949. Si trattò di un'unione riparatrice, dato che il figlio Jérôme Duvon nacque subito dopo, ma nel 1951 la coppia divorziò. Nel 1950 fece il vero esordio alla Comédie-Française con lo spettacolo les Caves du Vatican, scritto da André Gide e, grazie al personaggio della prostituta da lei interpretato, ottenne la copertina di Paris Match. Seguirono altri ruoli e il ritorno ogni anno al celebre Festival d'Avignone. Incominciò in questo periodo una lunghissima e proficua amicizia con Orson Welles, con il quale dividerà il set in seguito. Contemporaneamente al successo teatrale, giunsero per Moreau anche i primi ruoli cinematografici, dove spiccò come protagonista del film La regina Margot (1954) diretto da Jean Dréville. Nel 1956, durante la stagione in cui interpretò sul palcoscenico La gatta sul tetto che scotta, venne notata dal regista Louis Malle che le propose il ruolo da protagonista in Ascensore per il patibolo (1958) e in Gli amanti (1958), due film nei quali l'attrice diede vita a un'eroina moderna e fuori dagli schemi. Nello stesso anno, durante il festival di Cannes, incontrò un altro regista fondamentale per la sua carriera, François Truffaut. Tra i due nacque una forte amicizia che porterà a diverse collaborazioni fortunate in futuro. n questo stesso periodo l'attrice attraversò l'Atlantico per partecipare ad alcuni film di produzione hollywoodiana. Di questo periodo americano ricordò con piacere la frequentazione di diversi scrittori come Henry Miller e Tennessee Williams. Un primo riconoscimento ufficiale arrivò dal Festival di Cannes che nel 1960 la consacrò migliore attrice per il film Moderato cantabile di Peter Brook. Altri titoli internazionali come La notte (1961) di Michelangelo Antonioni o Eva (1962) di Joseph Losey confermarono le sue qualità di attrice rigorosa ed esigente, ma anche disponibile a mettersi nelle mani del regista.  Nel 1962 arrivò il film forse fondamentale per la sua carriera, Jules e Jim di François Truffaut. Il produttore fece uscire la canzone Le Tourbillon come singolo e il successo fu immediato, tanto che l'attrice, in pochi anni, incise ben due album. I più grandi registi, fra i quali Orson Welles e Luis Buñuel, Rainer Werner Fassbinder e Wim Wenders, la chiamarono per offrirle ruoli fatti apposta per lei. Nella seconda metà degli anni sessanta ebbe una lunga relazione con il regista inglese Tony Richardson, marito di Vanessa Redgrave, e fu sposata dal 1977 al 1979 con il regista statunitense William Friedkin. Riuscì anche a realizzare un paio di film come regista: Lumière e L'adolescente (1979). Anche se con minore frequenza, continuò la carriera teatrale, dove ottenne sempre grandi trionfi e, negli anni ottanta, iniziò anche a girare per la televisione, in particolare in numerosi lavori diretti dalla sua amica Josée Dayan. Grazie a lei ebbe modo di tornare al cinema per interpretare un'altra sua grande amica, la scrittrice Marguerite Duras. Nel 1992 ricevette il Leone d'Oro alla carriera dalla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, mentre nel 1995 le venne attribuito il Premio César onorario. Nel 1998 l'Academy statunitense organizzò per lei un omaggio, presentato da Sharon Stone. In patria è l'unica attrice ad aver presieduto per ben due volte la giuria del Festival di Cannes, nel 1975 e nel 1995. Dal 1986 al 1988 fu presidente dell'Académie des Césars, mentre dal 2003 è stata presidente di giuria del festival Premiers Plans dedicato ai giovani registi. Nel 2005 creò inoltre la scuola di cinema "Les Ateliers d'Angers".Morì ad 89 anni nella sua casa parigina di rue du Faubourg-Saint-Honoré.

 

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