martedì 24 novembre 2020

24 nov. Santa Flora di Cordova

 

Martire
Sec. IX
Emblema: Palma

La passio  fu scritta da s. Eulogio di Córdova, che le conobbe in carcere. Flora, nata a Córdova da padre musulmano e madre cristiana, fu da questa educata, dopo la morte del marito, nella religione cattolica. Per evitare le continue noie di un suo fratello acceso musulmano e poter meglio dedicarsi alla pietà e alla penitenza, verso l'a. 845 si allontanò da casa insieme alla sorella Baldegoto. A motivo di tale fuga, su delazione del fratello, furono incarcerati alcuni chierici e fedeli, e perciò Flora tornò a casa. Deferita dal fratello al cadì (giudice) sotto l'accusa di apostasia, fu brutalmente battuta. Rilasciata, tornò a fuggire e per sei anni rimase nascosta nelle vicinanze di Martos (Jaén); poi, accesa dal desiderio del martirio, tornò a Córdova, dove nella basilica di S. Acisclo si incontrò con Marta, la quale era cresciuta nel monastero di S. Maria di Cuteclara, vicino a Córdova, sotto la guida della santa vedova Artemia. Essendo stato martirizzato un suo fratello monaco, il diacono Wallabonso, Marta era uscita dal monastero in cerca del martirio. Trovatesi così insieme, Flora e Marta, andarono dal cadì e professarono pubblicamente la loro fede cattolica. Messe in carcere, furono visitate da s. Eulogio, pure lui nella stessa prigione, il quale, commosso per la fortezza e le sofferenze delle due vergini, tornato nella sua cella, prese a scrivere per loro quell'ardente trattato, Documentum martyriale, che è la più nobile apologia ed esortazione al martirio. Interrogate e tentate più volte dal cadì, perseverarono forti nella fede, e perciò furono decapitate il 24 novembre 851 nel corso della crudele persecuzione dell'emiro Abd al-Rahmàn II. I loro corpi, abbandonati nei campi e rispettati dagli stessi animali, furono quindi gettati nel fiume Guadalquivir. Le teste delle due martiri furono collocate nella basilica di S. Acisclo. S. Eulogio, che attribuisce alla intercessione di queste due vergini la sua liberazione, avvenuta pochi giorni dopo, diede notizia del martirio in due lettere indirizzate al suo amico Alvaro Paolo e alla sorella di Flora, Baldegoto, e ne inserì una relazione nel suo Memoriale sanctorum. 


Autore:
Isidoro da Villapadiema

 

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