Lontano Natale
tu altro non eri
che candida gioia
che il ciel ci mandava
in fiocchi di neve.
Se spento era il fuoco,
se scarso era il pane
scaldavano i cuori
sogni e speranze,
placavan la fame
suon di campane,
urla festanti,
fragori di spari.
Passati son gli anni
-che strana la Vita!-
il Natale pur torna
e nevica ancora;
ma assente è la fame
al desco imbandito
ed il ceppo che arde
nell'ampio camino
non scalda più il cuore
dal tempo intristito.
Or l'anima stanca
per lungo patire
sognare, sperare
più oltre non sa'
e la neve che cade
giù lenta dal cielo
-Signore del mondo-
più gioia non da':
E' freddo che penetra
fin dentro le ossa,
è solo rimpianto
per ciò che non torna,
pel tempo malvagio
che passa, che passa.
Raffaele Salvatore
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