Sbuca la raganella a notte fonda
fuor della mota il tempo a riguardare,
tronfia e loquace come una comare
tutto il padul de la sua voce inonda.
La va gridando a l'una e l'altra gronda
che se non piove la non può sguazzare:
poi si cheta ogni tanto ad ascoltare
se qualche goccia al suo gridar risponda.
E nulla, nulla! Luminosa tace
e immota l'aria, e a l'orizzonte in cima
erra il sorriso de la nuova aurora.
Quella non vinta; ma vie più tenace
s'acquatta nel suo fango e vi adima
per ritemprarsi e gracidare ancora.
Luigi Orsini
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