alias Alessandro Ciotti
(Roma, 4 novembre 1928 – Roma, 18 luglio 2003) è stato un giornalista, calciatore, radiocronista e telecronista sportivo e musicale italiano. Figlio del giornalista Gino Ciotti, perde tragicamente il padre all'età di 15 anni a causa di una leptospirosi fulminante contratta nelle acque del fiume Tevere dopo essersi ferito nella pratica del canottaggio. Da giovane studia violino e grazie a questo tirocinio di musicista si esibisce in piccole orchestre da ballo. Ha una buona carriera calcistica iniziata nelle giovanili della S.S. Lazio, nel Forlì e all’Anconitana in Serie C ruolo di mediano. Iniziò la carriera giornalistica nel 1954 collaborando inizialmente con il nome di Alessandro Ciotti a La Voce Repubblicana, e passando poi come cronista musicale a Il Giornale d'Italia e Momento Sera. Collaborò a diverse rubriche radiofoniche (Mondorama, Voci dal mondo, Schermi e ribalte, Telescopio, Novità da vedere) ma l’esordio come conduttore avvenne nel 1956 con K.O. Incontri e scontri della settimana sportiva, una delle prime trasmissioni di satira musicale e sportiva. Nel 1958 entrò in pianta stabile alla RAI, diventando inviato nel giro di pochi mesi e ideando altre rubriche di successo: Domenica Sport (1958), L'angolo del jazz (1959), Il film all'italiana (1967), Il liscio (1974) e soprattutto, insieme a Lello Bersani, condusse per otto anni di seguito la prima rubrica radiofonica dedicata al cinema, Ciak (1962). Come inviato seguì 40 Festival di San Remo, 14 Olimpiadi, 15 Giri d’Italia, 9 Tour de France e oltre 2.400 partite di calcio nella popolare trasmissione Tutto il calcio minuto per minuto fino al 1996. La sua ultima radiocronaca fu per la partita di campionato Cagliari-Parma nell'ultima giornata della stagione 1995-1996, ringraziando i radioascoltatori con questa frase:
« Vi rubiamo soltanto 10 secondi per dire che quella che ho appena tentato di concludere è stata la mia ultima radiocronaca per la Rai, un grazie affettuoso a tutti gli ascoltatori, mi mancheranno! »
Scrisse anche canzoni di successo per Enzo Jannacci (la famosa e censurata "Veronica") e Peppino Di Capri ("Volo"). Nel 1997 pubblicò la sua autobiografia, "Quarant'anni di parole". Era anche opinionista molto apprezzato per la competenza e l'obiettività dimostrate in decenni di inimitabile carriera. Sempre molto ironico, non mancava mai di inserire anche nelle radiocronache calcistiche qualche arguta o colorita osservazione. Questo suo garbato humour caratterizzava anche i suoi numerosi servizi radiofonici extra calcistici. Raggiunti i 40 anni di età, la sua voce divenne permanentemente roca: come da lui stesso testimoniato, le sue corde vocali lo tradirono nel 1968 in Messico dopo 14 ore di diretta sotto la pioggia. Questa menomazione, però, invece che danneggiarlo nel suo lavoro, diventò il suo "marchio di fabbrica", rendendolo per anni il commentatore probabilmente più riconoscibile da intere generazioni di ascoltatori, se nè andato a 75 anni dopo una lunga malattia.
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