Come è dolce d’autunno il solicello!
disse il castagno ad un vicino abete.
– Per onorarlo rinnovo il mantello…
ma voi di quale triste razza siete!
Ad ogni tempo ti ho veduto nero.
Io dapprima ero verde nel turchino,
ed ora, guarda un po’, non son davvero
tutto vestito d’oro sopraffino? –
– Aspetta a giudicar qualche giornata,
mio bel signore – ribatté il compagno
– ogni cosa da Dio ci vien donata,
e delle cupe fronde io non mi lagno -.
Passan quei giorni. Il cielo poi s’oscura
di fredde nebbie e dalle cime scende
un vento irato che mette paura,
e che la selva a sconquassare prende.
Quando il sole tornò tutta la veste
del castagno dorato era dispersa,
mentre l’abete, re della foresta,
gl’intatti rami alzava all’aria tersa.
Giuseppe Fanciulli
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