Alba
Ora i sardi pastori, all'indorarsi
Dei cieli, mentre vah , con tintinnio
Dolce le greggi a ricercar gli sparsi
Rivi, levan le fronti e adoran Dio.
Rapiti, quasi sentono levarsi
La luce in seno, fremono ad un pio
Sgomento come querce, su per gli arsi
Greppi, dei venti roridi al desio.
Poi vanno lungo il risonante mare
Fra prati d'asfodelo e per le rupi,
Vanno fantasmi d'una antica età.
Torbidi e soli nel fatale andare,
Il cuore schiavo di pensieri cupi,
L'occhio smarrito nell'immensità.
Sebastiano Satta
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